Alimentazione sana e sostenibilità ambientale

Alimentazione sana e sostenibilità ambientale: sono questi i temi più attuali che riguardano il mondo della nutrizione e che sono spesso colpevolmente sottovalutati.

Parlando di sostenibilità, non si può non fare riferimento al tema del cambiamento climatico terrestre, i cui effetti sembrano già visibili. Stiamo progressivamente vivendo il graduale ma costante mutare delle certezze e delle nostre sicurezze, che lasciano spazio a un enorme punto interrogativo.

Il ruolo dell’alimentazione nell’emergenza del riscaldamento globale

L’incremento della popolazione terrestre, il conseguente aumento della richiesta di cibo e, quindi, della produzione agricola, hanno inevitabilmente determinato un maggiore degrado delle risorse naturali (basti pensare alle indiscriminate opere di deforestazione), a un maggior consumo di acqua, allo sfruttamento eccessivo del suolo, alla crescente emissione di gas serra. Tutto ciò sta arrecando ferite da cui il nostro pianeta non è in grado di guarire alla stessa velocità con cui viene sfruttato.

Attraverso un percorso sostenibile, tuttavia, è possibile imboccare la strada del cambiamento di rotta. Questo, però, richiede uno sforzo comune e una maggiore consapevolezza collettiva.

Obesità e malnutrizione: due facce della stessa medaglia

Per giungere alle possibili contromisure, è bene in primis analizzare una delle grandi emergenze che oggi affliggono il mondo dell’alimentazione: l’obesità. Sono oltre 2 miliardi le persone dai 18 anni in su che sono in sovrappeso e, di questi, 670 milioni sono obesi. Per avere un’idea della gravità del fenomeno, si pensi che oggi si hanno più decessi correlati alle diete malsane che al tabacco o all’alcool.

Ricordiamo che l’obesità e il sovrappeso sono fattori di rischio per le malattie non trasmissibili (NCD) come patologie cardiache, ictus, diabete di tipo 2 e diversi tipi di tumori. Non vanno sottovalutate, inoltre, le conseguenze a livello psicologico come la depressione, l’isolamento sociale e la bassa autostima.

Di contro, le persone che soffrono la fame sono circa 820 milioni: un numero che probabilmente sarà superato da quello delle persone obese. Tra le tante sfide che la nostra generazione è chiamata ad affrontare, questa è una delle più ardue. Siamo di fronte a un sistema alimentare globale che non supporta le reali esigenze della popolazione, divenuto addirittura complice del deterioramento dello stato ambientale del pianeta. Il quadro non migliora se si esaminano le aspettative per i più giovani che, spinti da fattori interni ed esterni, continuano a scegliere alimenti troppo ricchi di grassi, sale e zuccheri.

Abbiamo un terzo nemico, poi, da temere: la cronica carenza di vitamine e minerali, meglio nota come “fame nascosta”. Un esempio di questo fenomeno ancora troppo sottovalutato può essere rinvenuto nelle oltre 600 milioni di donne in età riproduttiva che soffrono di anemia, una patologia in grado di causare molti problemi come la morte infantile e materna, il basso peso alla nascita, problemi di sviluppo. Le cause della “fame nascosta” vanno rintracciate, in sostanza, nel deficit di vitamina B12, ferro e acido folico.

L’ambiente alimentare: come vengono influenzate le scelte delle persone

Cosa influenza, dunque, le scelte alimentari delle persone? La cultura e la società in cui vivono, questo è certo, ma anche quello che fisicamente si rende disponibile nei mercati e infine, elemento non trascurabile, il prezzo e la disponibilità economica (il cibo ad alto contenuto di grassi e zuccheri ha spesso un prezzo inferiore rispetto a quello più nutriente).

Ambiente alimentare: è questo il nome dello spazio in cui i consumatori interagiscono per prendere decisioni sull’acquisto, la preparazione e il consumo del cibo.

A sua volta l’ambiente alimentare è influenzato dai vari sottosistemi e, quindi, la persona si trova a destreggiarsi tra variabili come il potere d’acquisto, la conoscenza della materia e le proprie preferenze in termini di gusto. Appaiono lontani dal mondo del consumatore, invece, i sottosistemi dell’agricoltura, della trasformazione, conservazione, trasporto e della vendita al dettaglio del cibo.

Le misure per contrastare il problema

Di fronte all’estrema complessità di tale scenario, sarebbe opportuna l’attuazione, da parte dei governi, di politiche pubbliche e incentivi per proteggere le diete nutrienti e incoraggiare il settore privato a produrre e distribuire alimenti più sani.

In molti Paesi alcune di queste misure sono già in atto: le tasse sui prodotti alimentari poco sani come le bevande zuccherate, ad esempio, e le etichette più comprensibili e più complete. Bisogna ancora lavorare molto, invece, sulla regolamentazione della pubblicità degli alimenti, in particolare quelli destinati ai bambini.

Inoltre, grande attenzione dovrebbe essere dedicata alla sensibilizzazione sul consumo di alimenti locali e freschi, andando quindi a creare circuiti territoriali di produzione e consumo e, di conseguenza, a diminuire sensibilmente l’impatto ambientale e il consumo di risorse.

A questo andrebbero affiancati sgravi fiscali per gli alimenti e le bevande più sane (in primis destinati ai bambini), investimenti per la ricerca agricola, per le infrastrutture e i trasporti, per una migliore garanzia della catena del freddo e per la diminuzione dello spreco alimentare.

Il giusto equilibrio con la dieta mediterranea

Lo stile alimentare che rispecchia maggiormente le richieste ambientali, ma che al contempo aiuta a preservare la salute, è la dieta mediterranea. È una dieta caratterizzata da un consumo di verdura, frutta e legumi elevato, quantità moderate di prodotti lattiero-caseari,  quantità basse o limitate di carne rossa. I cereali sono ben considerati all’interno della dieta,  meglio se integrali, e l’olio extra vergine d’oliva è il grasso di condimento.

Grazie a queste misure, i governi in generale e i cittadini nelle loro azioni quotidiane sarebbero in grado di fare la loro parte per salvaguardare il nostro prezioso ecosistema, garantendo un accesso al cibo in modo equo e sostenibile per l’ambiente. Il percorso da affrontare prevede il necessario rafforzamento consapevolezza delle persone nei confronti di diete che facciano bene non solo al corpo e alla mente ma anche alla Terra.

FONTI:
1: www.who.org
2: The future of food and agriculture – Alternative pathways to 2050. Fao
3: The future of food a d agricolture – Trends and challenges. Fao
4: A future for the world’s Children? A Who- Unicef – Lancet Commission

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