Allattare in pubblico: un gesto che ha ancora bisogno di spiegazioni

Per viaggiare con un neonato in treno, organizzarsi bene è molto importante. Ecco alcuni consigli pratici che saranno molto utili a tutti i neogenitori (…) ti servirà un foulard da allattamento, per sentirti sempre a tuo agio in carrozza, e un paio di bavette.”

Vorrei davvero potervi dire che queste parole sono un estratto di un’antica pergamena del 1800, epoca in cui si cominciava a viaggiare sui treni a vapore e i foulard erano forse di moda, ma ahimè non è così. Si tratta di un modernissimo consiglio ad oggi presente sul blog di Italo treno.

Ebbene sì, abbiamo la grande fortuna di vivere negli anni in cui, all’unisono, tutti gli esperti (OMS, Ministero della Sanità, dottori e ostetriche) hanno riportato l’attenzione e riconosciuto l’importanza dell’allattamento naturale al seno, eppure ci troviamo ancora davanti a chi ci suggerisce un foulard per coprirci, per sentirci libere di poterlo fare.

C’è qualcosa che stona. Un po’ come vedere qualcuno che infila la testa sotto ad un telo per mangiare un panino in carrozza.

Allattare in pubblico

Non si tratta di arroganza, di volersi imporre, né tanto meno di esibizionismo, ma solo di un sacrosanto diritto legato al gesto fisiologico più naturale del mondo: mio figlio ha fame ed io lo nutro, così come viene. Se a qualcuno dà fastidio è altrettanto libero di non guardare o di girarsi dall’altra parte.

Ma lasciamo ora in pace il moderno Italo, sul quale continuerò comunque a viaggiare con mio figlio e a sentirmi a mio agio senza il foulard, e parliamo più in generale di allattamento in pubblico. Quel magnifico luogo dove si incontrano sguardi di ogni genere: curiosi, sorridenti, inteneriti e… sì, anche infastiditi.

Allattamento a richiesta

Un neonato allattato a richiesta, soprattutto nei primi mesi, ha la necessità e richiede a gran voce di poppare molto spesso. Anche ogni ora. Motivo per cui se la mamma vuole condurre una vita normale, uscire, fare una passeggiata al parco, una vasca in centro, un giro al museo, al centro commerciale o in biblioteca, deve più di ogni altra cosa sentirsi libera di poter allattare il proprio bambino ovunque e tanto più in pubblico.

Meglio occupare una panchina in vista che una isolata, non trovate? Quindi cari occhi fate un po’ quel che volete, noi non abbiamo scelta: continueremo a tirare fuori la poppa ogni volta che il nostro pupo ne avrà bisogno.

Il seno come oggetto sessuale

Non vorrei dovermi soffermare anche sul fatto che nell’immaginario comune il seno è legato ad un’immagine sessuale e carnale, ma è così, inutile nascondersi dietro ad un dito, quindi tre parole meglio spenderle: dividiamo gli ambiti.

Stiamo parlando di allattamento, dove il seno è oggetto di nutrimento. Proteggiamo l’innocenza e la purezza del gesto più antico del mondo.

Allattamento : un gesto educativo

Oltre che un gesto fisiologico e d’amore al giorno d’oggi vedere un bambino attaccato al seno della madre può essere anche utile dal punto di vista educativo. Tanto più spesso abbiamo le cose sotto gli occhi tanto più ci sembreranno normali e saremo in grado di comprenderle. Abituiamoci dunque a farlo, abituiamoci a saperlo spiegare a giovani e meno giovani (vi assicuro che i secondi sono i più difficili da convincere).

Ricordiamoci anche che l’allattamento non ha una data di scadenza, è un affare che riguarda mamma e bambino soltanto, può durare ore, giorni, mesi o anni e non sta a nessuno metter bocca o giudicare. Dunque se attaccato al seno vedrete un bimbo cresciutello, che cammina sulle sue gambe e che è perfino in grado di dirvi: “ciao, ciao!”, il discorso è il medesimo: lasciamo che mamma e bambino vivano liberamente il loro momento, nessuno meglio di loro conosce il significato di quel gesto, e asteniamoci da inutili e ridondanti commenti. Il seno è nutrimento, contatto, rifugio, coccola, rassicurazione e molto altro.

Leggi e buoni propositi

In Italia non esistono leggi o divieti sull’allattamento in pubblico e, a dirla tutta, forse è anche sano pensare che non serva legittimare tale gesto con una legge. UNICEF Italia, all’interno del programma Insieme per l’Allattamento, ha sparso per lo stivale oltre 900 baby pit stop (BPS): luoghi protetti in cui ogni mamma può trovare l’occorrente per sedersi comodamente, allattare e cambiare il proprio bimbo.

I BPS si trovano in prevalenza all’interno di musei, biblioteche e contesti culturali. Ti basterà fare una piccola ricerca nel web per localizzare quelli più vicini al tuo luogo di interesse. Entro il 2026 l’obiettivo è di arrivare a 1500 BPS.
L’idea è sicuramente apprezzabile, ma prima di stabilire qual è il baby pit stop più all’avanguardia d’Italia è forse necessario lavorare ancora per ammodernare il pensiero comune.

PS: Il foulard regalatecelo pure per Natale, è sempre utile un dono da riciclare ;-P

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