Baby sitter condivisa: di cosa si tratta?

Il baby sitter sharing, ovvero la tata per più nuclei familiari, si è già affermato da diverso tempo nei Paesi del Nord Europa e ora sta prendendo piede anche in Italia. Ma di cosa si tratta esattamente e come funziona? Scopriamolo insieme!

Baby sitter condivisa: socializzazione e… convenienza!

La baby sitter condivisa è una formula che rientra a buon diritto nella categoria della sharing economy (un modello economico basato sul consumo collaborativo), che comincia a essere apprezzata molto anche nel nostro Paese. Si condividono tante cose, dalla casa alla bicicletta, all’auto alle vacanze. E allora perché non decidere di affidare il proprio bimbo insieme ad altri bambini ad un’unica baby sitter?

Un sondaggio realizzato dal sito internet Sitter-Italia ha rilevato, infatti, che molti genitori sarebbero disposti a condividere la tata dei propri piccoli. Non dispiace, in altri termini, l’idea di dividere le spese per la baby sitter e di consentire alla professionista di percepire un compenso più elevato. D’altra parte c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare: i bambini presi in cura dalla tata potranno anche trascorrere del tempo con i propri coetanei e si favorirà in tal modo la socializzazione del piccolo con il gruppo dei pari.

La baby sitter che deve badare a più bambini contemporaneamente, dal suo canto, potrà perfezionare le sue capacità di accudimento e crescere professionalmente grazie al passaparola dei genitori che le hanno affidato i propri figli. Inoltre, come già accennato, potrà fruire di una gratificazione economica superiore rispetto a quella garantita da un unico datore di lavoro.

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Come organizzare un servizio di baby sitter condivisa:

La baby sitter condivisa rappresenta un’opzione sempre più diffusa tra le famiglie con bambini, offrendo un valido compromesso tra risparmio e socializzazione per i più piccoli. Questa modalità consiste nell’assumere una baby sitter per la cura di un gruppo di bambini di età simile, suddividendo equamente i costi tra le famiglie interessate.

Per il successo di questa esperienza, è fondamentale una buona organizzazione. Ecco quindi alcuni consigli:

  • Coinvolgere famiglie con esigenze simili: Scegliere famiglie con bambini di età simile e con idee condivise sull’educazione e la gestione dei figli.
  • Stabilire una sede idonea: Individuare una casa sufficientemente grande e comoda per accogliere tutti i bambini in sicurezza.
  • Definire un compenso equo: Concordare con la baby sitter un compenso adeguato al numero di bambini, alle ore di lavoro e alle mansioni richieste.
  • Organizzare spazi e attività: Predisporre la casa con tutto il necessario per i bambini, giochi, cibo e materiale per eventuali attività.
  • Stabilire regole e routine: Definire regole e routine condivise per garantire un ambiente sereno e sicuro per tutti i bambini.

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La baby sitter condivisa viene dai Paesi del Nord

La formula del baby sitting-sharing è utilizzata da anni nei Paesi del Nord Europa: basti pensare che in Norvegia il 41% dei genitori intervistati ritiene che si tratti di una soluzione assolutamente normale e raccomandabile. Una simile opinione, anche se con qualche punto percentuale in meno, è diffusa anche tra i genitori danesi e finlandesi.

Jules van Bruggen, responsabile della sede centrale di www.oudermatch.nl (la versione olandese di Sitter-Italia.it), illustra i molteplici vantaggi offerti dal condividere la babysitter tra più famiglie:

Ci sono diversi vantaggi nello scegliere di ‘dividersi’ la baby sitter. Da un punto di vista economico, ovviamente, ma anche educativo: i bambini hanno occasione di vivere nuove esperienze, condividendo spazi e giochi.

Grazie alla formula ‘Genitori in contatto’, i genitori interessati al servizio possono trovarsi tramite social e dopo il successo nel nord Europa la pratica si sta diffondendo anche in Italia:

Dall’ultimo questionario ben il 60% dei genitori registrati si dichiarano interessati al servizio e il 20% ne fanno uso periodicamente. Certo in Italia c’è un concetto di famiglia (e quindi di assistenza) molto tradizionalista. Ma, come in tutti gli altri campi, la propensione allo sharing sta crescendo anche nel mondo del childcare. E ritengo sarà il futuro.

Baby sitter condivisa: una soluzione vantaggiosa per tutti?

La baby sitter condivisa può rappresentare un’ottima soluzione per le famiglie che cercano un’opzione economica e vantaggiosa per la cura dei propri figli, tenendo conto degli aspetti organizzativi e dei potenziali svantaggi.

I benefici di questa soluzione infatti sono molteplici:

  • Risparmio economico: La suddivisione dei costi permette di ridurre significativamente la spesa per la baby sitter.
  • Socializzazione per i bambini: I più piccoli hanno l’opportunità di trascorrere del tempo con coetanei, favorendo la socializzazione e la crescita personale.
  • Supporto reciproco per le famiglie: Le famiglie partecipanti si sostengono a vicenda, condividendo responsabilità e impegni.

Tuttavia, è importante considerare anche alcuni potenziali svantaggi:

  • Minore flessibilità: La baby sitter è a disposizione di un gruppo di bambini, limitando la flessibilità per esigenze individuali.
  • Possibili disaccordi: La gestione di un gruppo può richiedere maggiore impegno comunicativo per evitare disaccordi tra le famiglie.
  • Responsabilità condivisa: In caso di incidenti o problemi, la responsabilità è condivisa tra le famiglie coinvolte.

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3 commenti

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  1. Non basta una ottima tata per un bambino figuriamoci per più bambini. Poi succedono incidenti , disattenzioni e altro. Una tata per più bambini? Ma no. Per risparmiare sulla qualità del tempo loro dedicato? Macché

    • sono una BABYSITTER e sono favor evolissima al babysharing: è meno oneroso per i genitori più divertente per i bambini e anche per le tate