Bimbo di dieci anni allontanato dalla scuola calcio: la gelida lettera

Soprattutto per i bambini il gioco del calcio così come ogni altro sport dovrebbe essere un momento di gioco e di svago, in cui i bambini fanno amicizia e crescono insieme. Di questo avviso sembra non essere una scuola calcio di Milano che ha rifiutato il rinnovo dell’iscrizione ad un bambino di 10 anni.

La scuola calcio liquida il bambino con una e-mail

Può sembrare strano, ma una famosa scuola calcio di Milano ha deciso di propria iniziativa di escludere un bambino dalla squadra, rifiutandone il rinnovo dell’iscrizione e invitandolo ad iscriversi ad un altra scuola. E per farlo non ha certo pensato di convocare i genitori nella sede della società sportiva e spiegare le ragioni che stavano alla base della loro decisione, ma si sono semplicemente limitati ad inviare una e-mail al padre.

Il motivo addotto dalla società per giustificare il mancato rinnovo dell’iscrizione alla scuola calcio non è molto chiaro e nella mail si sono limitati a invitare i genitori ad iscrivere il bambino presso un’altra scuola calcio :

“Per la prossima stagione non potremo garantire la possibilità di far divertire vostro figlio… ma ritenendo l’aspetto ludico del gioco un elemento fondamentale vi suggeriamo di trovare una società che possa soddisfare questo indispensabile requisito per la stagione 2019/2020”

Scartato dalla Scuola Calcio senza un motivo

Dire che il padre sia rimasto allibito dalla ricezione della mail da parte della Scuola calcio è facilmente comprensibile, anche perché come ha spiegato lui stesso, la società sportiva non si sarebbe comportata in modo del tutto corretto. Quando, infatti, aveva iscritto il figlio per la prima volta alla scuola, aveva avuto l’assicurazione che il bambino avrebbe fatto l’intero percorso sportivo sino alla fine delle scuole elementari.

Promessa, come visto, non mantenuta. Inoltre, a quest’età non dovrebbe esserci alcuna “selezione” tra i bambini, perché parlare di talenti del pallone a quest’età è veramente prematuro. Fatto sta che il bambino è stato escluso perché non c’era posto per tutti o perché meno bravo di qualche altro bambino.

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