Ciuccio: gli effetti sullo sviluppo della bocca spiegati dal dentista

L’uso del ciuccio spesso è una salvezza per tante mamme, ma in che misura il suo uso prolungato può influire sui denti e sullo sviluppo della bocca del bambino? Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Consuelo Rapisarda, dentista di MioDottore.

Come si sviluppa l’accrescimento mascellare nel bambino? Quando il ciuccio inizia ad essere considerato un problema?

La crescita dell’organo della masticazione è determinata da un insieme di molteplici fattori, ossia una corretta produzione di ormoni, ma soprattutto dalla presenza di stimoli funzionali locali costanti, addirittura presenti fin dal periodo della vita intrauterina. Gli stimoli di cui parliamo sono la deglutizione e la suzione, presenti già dalla decima settimana di vita fetale. Dopo la nascita sono rappresentati prima dall‘allattamento al seno e poi dalla masticazione.

Le ossa dell’organo della masticazione, infatti, devono il loro accrescimento alla cartilagine secondaria, la quale, essendo una cartilagine non calcificata, è molto sensibile agli stimoli biomeccanici locali. Tengo a precisare che il ciuccio di per sé non è un oggetto che rappresenta un problema, è anzi un valido ausilio. Bisogna però fare attenzione ad alcuni fattori evidenziati in svariati studi, i quali però si sono conclusi tutti con delle ipotesi e non delle certezze assolute, visto che i campioni di riferimento sono i lattanti.

Il primo fattore è che talvolta l’uso del ciuccio è associato alla riduzione della durata dell’allattamento o alla sua non esclusività, probabilmente perché l’innato riflesso di suzione del bambino è soddisfatto dal ciuccio e ciò può ridurre o addirittura eliminare il desiderio di contatto con il capezzolo e il seno. Pertanto, per ovviare a tale possibilità, è consigliabile iniziare a usare il ciuccio a partire dalle 4/6 settimane di vita, quando l’allattamento si è ben avviato.

Inoltre, l’uso del ciuccio può rappresentare un problema quando questo viene mantenuto oltre i 4-5 anni, alterando la struttura morfo scheletrica della bocca.

In che modo il ciuccio può ostacolare il corretto sviluppo del palato? Con quali conseguenze?

Si è evidenziato che l’uso persistente del ciuccio possa alterare la struttura morfo scheletrica della bocca, causando quello che si chiama open bite, ovvero degli spazi dovuti al mancato contatto fra elementi dell’arcata superiore ed elementi dell’arcata inferiore.

La buona notizia è che gli open bite che si osservano durante la fase della dentatura decidua spesso si risolvono spontaneamente non appena si mette da parte il ciuccio. Nei casi più complessi esistono apparecchi che risolvono tale problematica.

Ci sono altri problemi legati alla bocca che possono essere ricondotti al ciuccio (es. deglutizione, respirazione etc.)?

Per quanto concerne la respirazione, la letteratura e svariati studi scientifici recenti hanno ormai sdoganato l’utilizzo del ciuccio e ne hanno provato i vantaggi e i benefici, mettendo in luce che la suzione e l’utilizzo del ciuccio durante il sonno hanno effetti benefici sulla respirazione.

Il ciuccio spinge la lingua in avanti e verso l’alto e favorisce la posizione corretta della mandibola in avanti, permettendo così al neonato di mantenere la pervietà delle vie aeree superiori anche in caso di occlusione nasale. Pertanto, l’uso del ciuccio durante il sonno corrisponde a una riduzione statistica di apnee e ipopnee e a un miglioramento della saturazione di ossigeno del sangue.

È di conseguenza molto utile per prevenire la SIDS, sindrome della morte improvvisa del lattante (Sudden Infant Death Sindrome). La presenza del ciuccio sembrerebbe inoltre ridurre i comportamenti del sonno ad alto rischio dei bambini, come dormire in posizione prona.

Ben diversa è la situazione quando si parla di deglutizione. Infatti, l’uso protratto e prolungato del ciuccio potrebbe determinare il mancato passaggio dalla deglutizione infantile a quella adulta, determinando così una deglutizione disfunzionale (o atipica).

Infatti, nella deglutizione infantile, propria del neonato, il ruolo principale è svolto dalle labbra, che creano una pressione negativa all’interno della bocca per consentire la suzione, mentre la lingua è bassa e spostata in avanti per agevolare l’atto della suzione. Nella deglutizione adulta, invece, il ruolo principale è svolto dalla lingua, il cui apice punta al palato duro. Talvolta, alla base di una deglutizione atipica vi può essere il ricorso da parte del bambino a una respirazione orale, dovuta a un’ipertrofia delle adenoidi.

L’uso protratto e prolungato del ciuccio potrebbe inoltre determinare l’insorgenza di otiti.

La ricerca rileva infine che nei piccoli che fanno un utilizzo protratto del ciuccio potrebbero anche aumentare di tre volte i problemi di linguaggio, con annesse difficoltà di articolazione per alcuni fonemi specifici.

Quali sono i disturbi che la malocclusione della bocca potrebbe portare al bambino? È possibile che soffra di mal di testa o di altri disturbi?

Come detto in precedenza, gli effetti del ciuccio in fase di dentizione decidua possono risolversi spontaneamente. Pertanto, è assai raro che i bambini lamentino dolori o accusino mal di testa. Questi potrebbero essere eventuali sintomi di malocclussioni più severe e trascurate in età adulta.

A che età sarebbe opportuno togliere il ciuccio?

La maggior parte degli specialisti, vale a dire, pediatri, logopedisti e ortodontisti, riferiscono come età ideale entro i 24 mesi.

A cosa dobbiamo fare attenzione nella scelta del ciuccio per i nostri bimbi?

I ciucci di nuova generazione sono studiati secondo criteri utili per non danneggiare la crescita dei denti e lo sviluppo del palato, seguendo la crescita del volto e del palato.

Sul mercato esistono ciucci in silicone e caucciù. Quelli in silicone sono trasparenti, non assorbono odori e sapori e non si deteriorano durante le sterilizzazioni. Sono indicati soprattutto nei primi mesi di vita, quando vi è ancora mancanza di denti. I ciucci realizzati in caucciù, invece, essendo quest’ultima una gomma naturale, è più elastica e resistente alla pressione esercitata dai dentini. Rispetto ai primi assorbono di più i sapori e gli odori e si deteriorano più facilmente. Sono consigliati dai sei mesi di vita.

Le forme più comuni dei ciucci sono a ciliegina, più simile al capezzolo materno e indicato per i neonati, a forma di goccia e anatomici, più indicati con l’avanzare dell’età. Si consiglia di sostituire i ciucci ogni due mesi.

Gli stessi problemi del ciuccio sono ricollegabili anche al dito in bocca? Esiste un “male minore”?

Sì, certamente. Tra le abitudini viziate dei bambini, quella di succhiare il pollice o il ciuccio è la più comune. Come già detto, un’abitudine persistente può deformare l’alveolo (sito osseo in cui è alloggiato il dente).

Molti bambini cominciano a ridurre queste abitudini a 4/5 anni. L’influenza della scuola in tal senso è un ottimo deterrente. Sembrerebbe inoltre che le bambine tendano a succhiare il dito anche dopo l’inizio della scuola, più a lungo di quanto non accada nei maschi.

Se l’abitudine viziata viene interrotta prima dell’eruzione degli incisivi permanenti, la maggior parte delle modificazioni dentali si risolve spontaneamente. Chiaramente togliere il ciuccio è più semplice rispetto all’abitudine viziata di mettere il dito in bocca, quindi in tal senso il ciuccio rappresenterebbe il “male minore”.

Qualora l’approccio più semplice, che potrebbe essere una discussione diretta tra il bambino e il dentista, durante la quale sarà necessario spiegare al bambino i motivi e le preoccupazioni che devono indurlo a smettere, dovesse risultare fallimentare, esistono vari rimedi con i quali intervenire. Ne è un esempio applicare al pollice un cerotto impermeabile che possa ricordare al bambino di non mettere il dito in bocca. In altri casi si può ricorrere a delle fasciature elastiche non troppo strette, le quali, avvolte attorno al gomito, impediscono la flessione dell’avambraccio e quindi l’inserimento del dito in bocca. Un rimedio del genere si consiglia di portarlo solo di notte per 6/8 settimane, assicurandosi che il bambino abbia capito che non è una punizione, ma un modo per aiutarlo.

Nel caso in cui i metodi descritti non abbiano avuto successo, si può cementare un apparecchio che impedisca in modo attivo tale abitudine. Solitamente si tratta di un arco palatino al quale viene saldata una griglia metallica che rende difficile l’inserimento del dito in bocca.

Una pratica abbastanza diffusa è quella d’intingere il ciuccio in zucchero o altre sostanze dolci (es. latte o camomilla) per tranquillizzare il bambino: quali sono i rischi di questa abitudine?

La suzione non nutritiva serve a tanti scopi, come coccola e momento consolatorio del bimbo. Durante questa azione viene prodotta infatti la serotonina, l’ormone della felicità. Ovviamente intingere sporadicamente il ciuccio in sostanze dolci non è la causa di tutti i mali, ma farlo in maniera costante e protratta nel tempo innalza notevolmente il rischio di comparsa di carie sui denti da latte. Pertanto, è bene evitare di abituare il bambino a ciò in quanto la cura di denti cariati in bambini troppo piccoli non sempre è facile da eseguire.

In che modo i problemi legati al ciuccio possono essere corretti? A chi rivolgersi?

Affinché si possano risolvere tempestivamente eventuali problemi correlati a delle abitudini viziate, è bene rivolgersi a degli specialisti.

Pediatri, logopedisti e soprattutto odontoiatri potranno fornire le indicazioni più corrette. Per tale motivo, personalmente, esorto sempre i genitori a eseguire sin dai 3 anni delle visite di controllo, affinché il bambino sviluppi un approccio quanto più sereno con lo specialista, anche sotto forma di gioco, in modo tale che la visita di controllo non coincida con la necessità di un trattamento.

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