Come interpretare i disegni dei bambini, per conoscerli meglio

E’ capitato a ogni mamma e papà, guardando i disegni dei propri figli, di voler capire cosa passi per la testa dei bambini o, semplicemente, di voler guardare la realtà con i loro occhi.

Il disegno è un mezzo importantissimo che i bambini hanno per esprimersi, per sfogarsi, per liberare la fantasia. Attraverso i loro tratti spontanei, le figure ricorrenti, lo spazio occupato sul foglio e i colori scelti, abbiamo la possibilità di comprendere meglio il loro carattere e la personalità, senza addentrarsi, però, in interpretazioni psicanalitiche troppo specifiche.

Premettiamo che, a grandi linee, ogni bambino attraversa tre fasi nei suoi primi 11 anni di vita:

  • Da 0 a 2 anni e mezzo: fase motoria. Attraverso lo scarabocchio, il bambino scarica l’energia e prende consapevolezza dei suoi gesti.
  • Fino a 4 anni: fase rappresentativa. Si passa a dei tratti più intenzionali, ma il bambino riflette attraverso il disegno la sua personale percezione della realtà.
  • Fino a 11 anni: fase figurativa. Il disegno diventa realistico, dal realismo intellettuale (disegno della realtà come la si conosce) si passa progressivamente al realismo fotografico (rappresentazione della realtà così com’è).

Per prima cosa, è bene sapere che ogni parte del foglio (che rappresenta l’ambiente da esplorare) ha un suo significato preciso e rappresenta sentimenti ed emozioni. A grandi linee, la parte sinistra rappresenta il passato, quella centrale il presente e quella destra il futuro. Per cui, se il disegno è nella parte sinistra, suggerisce che il bambino ha tendenzialmente paura del futuro e dell’ambiente fuori dalla famiglia; se, al contrario, occupa la parte destra, sottolinea il carattere di un bambino fiducioso negli altri e nel futuro.

Lo spazio occupato dal disegno, poi, ci dà indicazioni precise. Se il disegno riempie il foglio, il bambino è estroverso, socievole, con fiducia in se stesso. Quando i tratti escono dal foglio, il bambino vuole essere al centro dell’attenzione e non molto riflessivo. Il disegno nella parte superiore, è sintomo di un bambino che vuole scappare dalla realtà e rifugiarsi nella fantasia. Infine, il bambino che disegna nella parte inferiore, ha i piedi ben piantati per terra, con possibili potenzialità inespresse. Anche il punto di inizio del disegno è importante per capire le priorità del bambino.

Il tratto, sicuro e regolare o incentro e insicuro, e la pressione delle linee sul foglio, ci rivelano altri dettagli importanti sulla fiducia che i bambini hanno di sé, sulla loro autostima, e sull’impeto che hanno nell’affrontare le situazioni della vita. Più sono marcatI, più la fiducia in sé e negli altri e l’entusiasmo sono forti. Più, al contrario, i tratti sono deboli, più il bambino è delicato, sensibile e bisognoso di essere guidato.

Un altro elemento importantissimo è il colore. I bambini estroversi, curiosi e istintivi prediligono i colori caldi (giallo, rosso, arancione), quelli più razionali ad introversi, invece, usano prevalentemente i colori della riflessività (azzurro, blu, viola). Il punto di equilibrio è rappresentato dal verde, che indica, insieme, tranquillità e ribellione.

Per quanto riguarda i soggetti disegnati, soprattutto per i più comuni: la casa, l’albero, la figura umana e la famiglia, clicca qui. Ricordiamo che il sole rappresenta la figura paterna, la figura umana rivela la percezione che il bambino ha di se stesso, l’albero è l’Io più profondo, la casa rappresenta il modo in cui il bambino vivo e i suoi rapporti con gli altri. Per la famiglia, è curioso notare che il personaggio disegnato per primo è quello che il bimbo ammira di più.

Clicca qui per leggere un’interessante intervista alla pedagogista Mariaelena La Banca, autrice del blog yummymummyematteo e del libro già best-seller “101 giochi intelligenti e creativi da fare col tuo bambino da zero a cinque anni”.

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