Come ti ho fatto ti…: il gioco che smaschera la pedagogia nera e celebra la genitorialità consapevole

16 maggio 2025 –

Di solito non mi piace molto seguire i trend sui social, soprattutto quando si parla di mettere i bambini davanti alla telecamera e aspettarsi da loro una qualche performance.
Ma questo nuovo trend di far completare le frasi ai bambini ha un che di gioioso e commovente, oltre che una lezione importante sui danni che ha fatto (e fa ancora) la pedagogia nera.

Frasi come “Se non smetti di piangere le prendi…”, “I bravi bambini non fanno come te…”, “Come ti ho fatto ti disfo” ci mostrano in modo molto semplice com’è la genitorialità tossica, quella che fa leva sulle emozioni, sul bisogno del bambino di sentirsi accettato, e sulle minacce.

Genitorialità tossica vs genitorialità consapevole

Ora, non vogliamo dire che la genitorialità dolce sia l’unica via e sempre possibile: ci sono momenti in cui hai finito le cartucce di “gentilezza, consapevolezza e amorevolezza” e non ti resta che lo sguardo truce e la voce settata su max.
Ma non stiamo parlando di questo: stiamo parlando del fatto che i nostri figli ci possono mostrare che un’altra via è possibile, che sono come spugne e quello che seminiamo in loro, l’amore, l’autostima e la gentilezza, sbocceranno in loro per tutta la vita.

LEGGI ANCHE: Bambini e autostima: 10 libri per coltivare la fiducia in se stessi

Con questo trend i bambini ci mostrano quanti danni ha fatto la pedagogia nera con queste frasi svalutanti. Tant’è che noi adulti le completiamo tutti nello stesso modo senza neanche pensarci.

“Come ti ho fatto ti…”: se la prima parola che ci è venuta in mente è “ti disfo”, ecco che probabilmente sappiamo di essere cresciuti con uno stile genitoriale alla vecchia maniera, in cui le minacce erano di routine.

Il gioco sui social di far completare le frasi ai bambini

Ed è proprio questo il cuore del trend esploso sui social: un esperimento educativo che nasce oltreoceano e che ha già trovato grande eco anche qui. L’idea è semplice: i genitori pronunciano frasi tipiche di un’educazione autoritaria, lasciandole a metà, e aspettano che siano i figli a completarle.
E qui accade qualcosa di sorprendente: molti bambini non conoscono quei finali duri che noi adulti invece finiamo automaticamente. Le loro risposte parlano di amore, libertà, affetto.

Dicono:

“Io ti ho messo al mondo e…io ti voglio bene”
“Finché vivi in questa casa…sei al sicuro”
“Ti do io un motivo per…essere felice”
“Io sono il genitore e tu mi devi…abbracciare”

Il messaggio arriva forte e chiaro: il modo in cui educhiamo oggi può davvero rompere lo schema delle generazioni precedenti. Può trasformare la minaccia in dolcezza, il ricatto in ascolto.
E anche se non tutti mostrano i propri figli (e anzi, sarebbe meglio evitare di esporli troppo sui social, per non cadere nello sharenting), questi video restano uno specchio prezioso per riflettere sulla direzione che stiamo prendendo.

Un gioco per diventare genitori più consapevoli

Dietro la simpatia del format si nasconde infatti un tema profondo: riconoscere e spezzare il ciclo dei metodi educativi opprimenti, privi di amore. Quelle che non lasciano lividi, ma scavano ferite nell’autostima.

LEGGI ANCHE: Le 5 frasi che un genitore non dovrebbe mai dire al figlio

Quelle che si annidano in frasi buttate lì, nelle reazioni automatiche, nei modi di dire tramandati senza consapevolezza.

La pagina Instagram Pedagogia Positiva ha ricordato quanto anche le frasi svalutanti scambiate tra adulti, pronunciate magari senza pensarci, possano “avvelenare” l’ambiente emotivo dei bambini. E spingerli, nel tempo, a diventare oppositivi, chiusi o iper-controllanti.

Questo trend allora non è solo un gioco, ma uno strumento di consapevolezza.
Una lente per osservare noi stessi, per capire da dove veniamo… e dove vogliamo andare con i nostri figli.

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *