Secondo quanto riportato dall’emendamento approvato dalla Manovra della Lega, le future mamme potranno restare a lavorare fino al nono mese di gravidanza e potranno quindi usare i cinque mesi di congedo per il periodo successivo al parto. Ovviamente ciò dovrà essere approvato dal medico.
Emendamento della Manovra: si potrà lavorare fino a nove mesi di gravidanza
Importanti novità che riguardano il congedo di maternità si profilano all’orizzonte grazie a ciò che ha stabilito la Manovra.
L’emendamento infatti ha decretato che le donne incinte potranno restare a lavorare fino al nono mese di gravidanza a patto però che il medico dia la propria approvazione. In tale modo i cinque mesi di congedo che spettano alle future mamme potranno essere adoperati successivamente.
Secondo l’emendamento quindi le donne lavoratrici possono astenersi dal lavoro dopo aver partorito e entro i cinque mesi da questo evento. Naturalmente il medico specialista del servizio sanitario nazionale e il medico che si occupa di tutelare la salute dei lavoratori dovrà verificare che questa condizione non provochi alcun rischio né alla mamma né al bambino.
Cambio nel congedo di maternità: la replica della Cgil
In seguito a tale emendamento stabilito dalla Manovra della Lega riguardante le politiche della famiglia e approvato dalla commissione Bilancio della Camera, la risposta della Cgil non si è fatta attendere.
Quest’ultima infatti ha sostenuto che il diritto delle donne lavoratrici e la loro libertà non viene garantita in questo modo. Le donne che si trovano in una condizione più precaria infatti potrebbero subire minacce da parte del proprio datore di lavoro.
Non è facendo scomparire l’obbligo di astenersi dal lavoro dunque che le donne vengono tutelate. Oltre a ciò bisogna ricordare che in tale modo si potrebbe mettere a rischio anche la salute della gestante e del futuro nascituro. Per tali motivo la Cgil ha chiesto che tale emendamento venga immediatamente modificato, così come dichiara Loredana Taddei, responsabile Politiche di genere della Cgil nazionale.




