Datore di lavoro dice no ai permessi, mamma inglese fa causa e ottiene 185mila sterline

Alice Thompson, mamma inglese agente immobiliare di professione, ha ottenuto quasi 185.000 sterline, il corrispettivo di circa 216mila euro, di risarcimento dal suo ex datore di lavoro dopo che l’azienda per cui lavorava ha rifiutato la sua richiesta di orari di lavoro flessibili portandola a dimettersi.

La causa della mamma inglese e la vittoria in tribunale

Un giudice del tribunale del lavoro del Regno Unito ha deciso che il reclamo di Alice Thompson contro gli agenti immobiliari Manors di Londra era meritevole di sostegno. Ma come sono andate le cose? Cercando di tornare al lavoro dopo il congedo di maternità, la Thompson aveva chiesto più flessibilità negli orari e cioè di poter finire il lavoro un’ora prima, alle 5 del pomeriggio, e di lavorare quattro giorni alla settimana, invece di cinque.

Una richiesta tutto sommato ragionevole per badare anche ai bisogni della figlia, ma che il datore di lavoro ha rifiutato costringendo la dipendente a rassegnare le dimissioni nel dicembre 2019. Il tribunale del lavoro ha ritenuto inaccettabile l’accaduto, obbligando Manors a corrispondere a mamma Alice la cifra di 184.961 sterline come “risarcimento per discriminazione indiretta a causa del sesso”. Nella sentenza la somma includeva gli interessi, la perdita di reddito passata e futura e i contributi pensionistici, così come 13.500 sterline per “danni morali”, con un ulteriore importo aggiunto per coprire qualsiasi imposta sul reddito sul pagamento.

Il risarcimento e le parole della mamma inglese

La donna, intervistata nella trasmissione della BBC “Woman’s Hour”, ha definito la sua battaglia un “viaggio lungo ed estenuante“. Ha detto di essere contenta di aver chiuso la questione e di essere soddisfatta dell’ammontare del risarcimento assegnato, dato che il processo è stato “prosciugante” sia emotivamente che finanziariamente. La donna infatti ha raccontato di come si è incontrata per la prima volta con gli avvocati per lavorare sul caso alla fine del 2019 e che mentre non era sicura di quanto esattamente il processo le fosse costato in totale, aveva “sicuramente speso decine di migliaia” di sterline.

Inoltre, la mamma britannica ha detto di aver preso questa decisione perché non voleva che sua figlia sperimentasse “lo stesso trattamento tra 20, 30 anni” quando entrerà nel mondo del lavoro. “Ho messo il mio cuore e la mia anima in una carriera di agenzia immobiliare per più di dieci anni a Londra, che non è una cosa da poco perché è un ambiente abbastanza dominato dagli uomini in cui lavorare“, ha detto Thompson. “Ho pensato: Come fanno le mamme ad avere una carriera e una famiglia? Siamo nel 2021, non è il 1971“.

La donna ha detto che la sua richiesta di lavoro flessibile non è stata mai “seriamente considerata” e che sarebbe stata felice di sentire una contro-proposta dal suo datore di lavoro. Invece, ha detto che la sua richiesta è stata “bloccata in ogni modo, non ascoltata, non considerata e non mi è rimasta altra scelta che dimettermi”.

Effettivamente la situazione di questa mamma inglese non è poi molto diversa da quella di tante mamme, costrette a lasciare il lavoro per occuparsi della famiglia.

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