Dolore nel bambino, tutto quello che dobbiamo sapere

Soprattutto se il bambino è molto piccolo, non è affatto facile stabilire il motivo dei suoi pianti e se questi sono causati da un dolore fisico. Se fino a qualche decina di anni fa si credeva che il neonato (e il feto) non sentissero dolore, ora possiamo affermare con certezza che la sensazione di dolore è avvertita fin dalla 23° settimana, e se il nostro piccolo piange c’è sempre un motivo, e allora come scoprire se sta soffrendo e dietro al pianto si nasconde un vero disagio fisico? Ecco qualche consiglio per riconoscere i suoi segnali ed interpretarli nella maniera giusta.

Il dolore nel neonato e nel bambino

Il dolore varia molto dal neonato al bambino, mentre il bambino è in grado di esprimersi e di spiegare anche con disegni il tipo di dolore avvertito e l’intensità di esso, indicando esattamente il punto in cui si accusa il male, nel neonato l’unico strumento che consente di pensare che provi dolore è il pianto, l’unico mezzo di comunicazione che il piccolo ha per dirci che ha fame, pannolino bagnato, sonno, bisogno di coccole, o in alcuni casi, che ha male al pancino o male all’orecchio. Quindi attenzione a non sottovalutare mai i segnali che nostro figlio ci invia.

Dolore nel bambino: i segnali caratteristici nel neonato

Quando si tratta di un neonato, a partire dalle prime settimane di vita, se il piccolo continua a piangere nonostante sia pulito, sazio, e si senta coccolato e protetto, i motivi possono essere causati da qualcosa che gli provoca dolore, sta a noi imparare a conoscerli e riconoscerli per sapere come intervenire:

Coliche, fastidiosissime e dolorose (sono dei veri e propri crampi), sono contraddistinte spesso, oltre da pianti acuti inconsolabili, improvvisi, che insorgono sopratutto nelle ore serali, da altri sintomi che possono aiutare a capire che si tratta proprio di loro, come la flessione delle gambe sul pancino, la stretta dei pugni, le smorfie, e il pianto che continua anche se viene offerto il seno o il ciuccio. Il pediatra per alleviare il dolore, può consigliare dei massaggi al pancino o qualche goccia di tisana al finocchio o camomilla, che aiutano a scaricare il gas intestinale, o ancora, la somministrazione di poche gocce di fermenti lattici, utili all’intestino e ritenuti una vera manna per le coliche.
Otite, altro motivo per cui un neonato piange quando tutto il resto è ok, è il classico mal d’orecchio, causato spesso da colpi d’aria. Spesso quando il piccolo sente dolore nell’orecchio, tende a strofinare le manine nella parte interessata, si lamenta con pianti inconsolabili e appare infastidito e inappetente. Spesso può avere qualche linea di febbre e anche le feci appaiono diverse dal solito. Assolutamente indispensabile contattare il pediatra che valuterà quale terapia -probabilmente antibiotica- somministrare al piccolo;
Bruciatura causata da acqua del bagnetto o biberon troppo caldi, possono causare una reazione improvvisa (e giustificata) del piccolo, che inizierà a strillare disperato per farvi capire il disagio;
– Terapie: il dolore può essere causato da terapie mediche invasive o successive a interventi chirurgici, in questi casi sarà il pediatra stesso a consigliare la soluzione ideale, anche con la somministrazione di terapia antidolorifica.
Bisogna sapere che la sensazione del dolore spaventa il neonato, per questo sarà bene dopo aver cercato di eliminare la causa, consolarlo e coccolarlo, per farlo sentire protetto e rassicurato, e fargli ritrovare la serenità.

Gruppo Piper (Pain in pediatric emergency room)

Dal 2010 esiste un comitato costituito da un gruppo di esponenti di 29 diversi pronto soccorso pediatrici italiani per lo studio e la gestione del dolore pediatrico in emergenza e durante le varie procedure mediche talvolta invasive. Per meglio interpretare le diverse sensazioni variabili da un bambino all’altro sono state progettate delle schede di valutazione che consentono al personale medico e paramedico di gestire il dolore nel modo corretto e nel minor modo traumatico possibile durante le procedure di triage ed ospedalizzazione.

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