Due neonati e i loro “angeli”: da Padova e Napoli arrivano delle storie con l’happy ending

Negli ultimi giorni le cronache nazionali hanno messo in risalto due storie diverse avvenute a Padova e Napoli ma con un denominatore comune: due neonati sono stati salvati grazie alla generosità e all’intervento di quelli che potrebbero essere definiti degli “angeli”.

Trapianto da padre a figlio a Padova

La prima di queste due storie ha avuto luogo all’Ospedale Universitario di Padova dove, negli ultimi giorni, è venuta alla luce solo ora una vicenda molto tenera: presso la struttura sanitaria patavina è stato infatti eseguito un trapianto di fegato da un donatore vivente, a vent’anni di distanza dall’ultimo caso simile. Questa volta i protagonisti sono stati un papà e il suo bambino.

Il piccolo aveva  infatti necessariamente bisogno di un trapianto e, dopo aver sondato varie possibilità, i medici hanno accolto la richiesta dei genitori: a donare un pezzo del proprio fegato (il 25% della massa dell’organo) è stato proprio il papà e, grazie alla bravura dell’équipe guidata dal professor Umberto Cillo (che ha potuto operare grazie a una autorizzazione speciale concessa dal Ministero), l’intervento è perfettamente riuscito e ora il bimbo di nemmeno un anno gode di ottima salute.

A Napoli un ex anestesista salva un neonato

La seconda vicenda che mette al centro il mondo della sanità italiana ha invece avuto luogo a Portici (Napoli), dove un anestesista in pensione si è trovato al posto giusto al momento giusto, salvando di fatto un neonato di soli 15 giorni.

Il piccolo lamentava gravi problemi respiratori ed era oramai cianotico, tanto che il padre, non riuscendo a raggiungere il più vicino Pronto Soccorso a causa del traffico, si è rivolto a un centro analisi dove ha avuto la fortuna di trovare un 74enne ex anestesista che era lì per degli esami.

Questi, senza pensarci un attimo, ha preso il neonato dalle braccia del disorientato papà e ha immediatamente attuato una manovra salva-vita, sventando la crisi respiratoria: e, quando il piccolo ha ricominciato a tossire, tutti nel centro analisi hanno tirato un sospiro di sollievo.

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