Google e Alexa come membri della famiglia: il rapporto dei bambini con le nuove tecnologie

Che rapporto può instaurarsi tra un bambino e un assistente vocale come Alexa e Google Home? La domanda se la stanno ponendo in molti e non sempre è facile dare una risposta.

Google e Alexa trattati come amici

In moltissime case sono ormai presenti i famosi assistenti vocali lanciati da Google e da Amazon, ai quali ci si rivolge per chiedere una infinità di cose, come il tempo, il significato di un termine o magari per farci ascoltare una canzone. Ma che rapporto può instaurarsi tra un bambino e un’assistente vocale come Alexa?
A questa domanda hanno cercato di rispondere uno studio condotto da Common Sense che prendendo come campione 10 famiglie in cui sono presenti bambini in una fascia d’età compresa tra i 2 e i 10 anni, ha scoperto che ben 4 di esse hanno in casa un assistente vocale e che un terzo circa ha dichiarato che i propri figli parlano con questi dispositivi almeno un paio di volte al giorno, mentre il 6% ha ammesso che i loro figli ci parlano per almeno un’ora.
Secondo una Rachel Severson, assistente di Psicologia all’Università del Montana, parlare con un assistente vocale fa ormai parte della nostra quotidianità e anche questo sarebbe un modo come un altro per socializzare.

Google e Alexa: arrivano gli assistenti vocali pensati per bambini

Trascorrere tanto tempo in compagnia di un assistente vocale a scapito di altri giochi ha i suoi lati negativi. Se giocare con una bambola o una macchinina, sui quali il bambino può esercitare un controllo totale ha i suoi aspetti positivi perché aiutano lo lo sviluppo intellettivo del bambino facendoli apprendere i meccanismi sociali, lo stesso non può dirsi per oggetti come Alexa e Google, sui quali non è possibile avere un controllo totale e quindi possono creare confusione nei bambini.

Per questo motivo, sia Amazon che Google, ma anche altre aziende stanno studiando dei tipi particolari di assistenti vocali dedicati ai bambini, in grado di poter interagire con loro, senza crearne una dipendenza.
Amazon, per esempio, ha lanciato sul mercato Chatterbox, un Echo Dot che i bambini potranno costruire da soli, mentre Codi è il “dj Intelligente” creato da Pillar Learning per i bambini dai 12 mesi in su.

Google e Alexa: la cautela è d’obbligo

Ogni ricercatore che abbia eseguito degli studi sui rapporti che possono instaurarsi tra un bambino e un assistente vocale sono giunti alla medesima conclusione, ovvero quello di utilizzarli con molta cautela e per poco tempo, evitando di creare forme di dipendenza. Si consiglia inoltre ai genitori di parlare con i loro figli per spiegarli come funzionano questi dispositivi, facendo capire loro che non potranno mai sostituire il rapporto tra persone vere.

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