I-Cut, l’app per combattere le mutilazioni genitali femminili

L’app I-Cut è stata inventata da 5 ragazze kenyane di età compresa tra i 15 e i 17 anni. I-Cut è un’innovativa applicazione realizzata con l’obiettivo di lottare contro le mutilazioni genitali femminili che sono un fenomeno molto diffuso in alcune parti del mondo, tra i quali l’Africa. Le mutilazioni genitali causano alle bimbe che le subiscono dei problemi sia di natura fisica sia psicologica.

Come funziona I-Cut

Innanzitutto il nome dell’app rievoca “il taglio” che è il simbolo delle mutilazioni genitali femminili.

Ma come funziona questa’app? È composta da 5 sezioni: help (aiuto), rescue (soccorso), information on FGM, donate e feedback. Le ragazze che vittime di questa pratica hanno, grazie all’app, la possibilità di avere assistenza legale e soccorso sanitario. Possono anche scoprire dove sono localizzati i centri di soccorso e rivolgersi personalmente ai medici per comprendere cosa fare.

I-Cut, l’obiettivo delle cinque ideatrici

Restorers, è questo il nome con cui si fanno chiamare Stacy Owino, Purity Achieng, Ivy Akinyi, Cynthia Otieno e Macrine Atieno, sono le 5 ideatrici del progetto e provengono tutte da Kisumu, area Ovest del Kenya. Loro appartengono ad una comunità che, fortunatamente, non pratica le mutilazioni genitali, ma alcune loro compagne di classe sono state delle vittime di questa brutale usanza. L’obiettivo delle ragazze è, dunque, quello di dare un sostegno a tutte quelle bambine che hanno subito le mutilazioni genitali con la speranza che in futuro questa pratica vada scomparendo perché lesiva dei diritti delle donne.

I-Cut è stata scelta per partecipare al Technovation, evento promosso e organizzato da Google, Verizon e le Nazioni Unite. I-Cut e le Restorers sono andate in California per presentare la loro app sociale, per far conoscere a tutto il mondo quello che accade nel loro Paese e per aiutare tutte quelle bambine e ragazze che purtroppo questo fenomeno lo vivono sulla loro pelle, che possono avere supporto e sostegno con la speranza che in futuro nessuna bambina debba più essere sottoposta a questo tipo di pratica.

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