Il dito puntato contro i cartoni animati è lo stesso dito che accende la tv

Siamo mamme e papà cresciuti con la dubbia sessualità di Lady Oscar tirata su come fosse un uomo, con l’incesto familiare della biondissima orfanella Georgie contesa tra i fratelli, con le Sailor un tantino genderfluid, con l’amore tra Miki e Yuri e i loro genitori scambisti, con Pollon che sponsorizza l’allegria del talco bianco, con “O-o-o occhi di gatto” che fa venir voglia di andare in giro a rubare, con Candy Candy che vive continue tragedie e ambigui problemi di cuore e ci preoccupiamo davvero per Peppa Pig?

L’origine dei nostri cartoni animati

Può sembrare che io stia esagerando, ma mica tanto, se analizziamo infatti le trame dei nostri vecchi cartoni animati capiremo ben presto che così innocenti non erano.

La maggior parte di quei cartoni prendeva infatti origine dai manga, fumetti pensati per un pubblico con qualche annetto in più, eppure noi (bambini) ce ne innamoravamo e li guardavamo con gli occhi dell’innocenza.

Eravamo semplicemente spensierati, ci perdevamo nei bei colori e non di certo nei gesti ambigui, imparavamo a memoria la sigla piuttosto che interrogarci sulla sessualità dei nostri eroi. Eravamo bambini e come tali guardavamo i cartoni per quello che erano: un passatempo, un divertimento, un momento da passare sotto la coperta sul divano mentre mamma sistemava casa e papà preparava la cena.

Chi era un po’ più grande magari coglieva qualche sfumatura in più, faceva domande e si confrontava con gli amici ridacchiando in preda all’imbarazzo. Tutto normale: c’este la vie. Si cresce e ci si affaccia piano piano al mondo e a tutto ciò che di esso fa parte. Ma quanto è difficile credere alle cose semplici senza metterci malizia!

Se i nostri genitori avessero analizzato le trame di quei cartoni avrebbero avuto qualche turbamento in più nel sottoporceli. Eppure non è accaduto e noi ce l’abbiamo fatta, siamo cresciuti e diventati grandi ugualmente.

Ci sentiamo traumatizzati da tutto ciò? Non credo. Come non credo che le nostre scelte, le nostre debolezze né tantomeno le nostre stranezze (sì, le abbiamo tutti) derivino da lì, e per quanto mi riguarda se ripenso a quelle eroine provo solo un senso di autentica nostalgia. L’innocenza è una cosa meravigliosa, non trovate?

Non toccateci la Disney

Ma lasciamo pure il Giappone, i manga e gli anime e addentriamoci nel noto mondo Walt Disney. Che nessuno ce lo tocchi vero? E così dovrebbe essere. Siamo stati quei bambini che infilavano le videocassette nei videoregistratori, eravamo follemente innamorati di principesse, draghi, eroi di ogni genere, adorabili animali e giocattoli parlanti, storie d’amore e di amicizia strappa lacrime, eppure con il tempo anche tutti i nostri beniamini sono stati messi in discussione.

La stessa Disney è stata accusata di aver inserito all’interno dei cartoni animati scandalosi messaggi subliminali: dal satanismo, alla pornografia, all’istigazione alla cocaina, un processo costatogli fior fior di quattrini. Il web è pieno di immagini che lo dimostrano, eppure noi tutt’ora amiamo i nostri vecchi cartoni animati solo per quello che erano.

Non sto di certo difendendo la Disney, sarei folle, dico solo di lasciare che i grandi pensino a fare i grandi e che risolvano i loro problemi di controversa natura e permettiamo ai bambini di essere soltanto bambini.

Leoni da tastiera che combattono contro i cartoni animati

Gli anni dei social ci hanno resi leoni da tastiera gonfi di pensiero critico a volte forse… troppo critico.

Sentiamo il bisogno di attaccare e di difenderci, a volte non sappiamo nemmeno bene da cosa, ma lo facciamo. E finisce che ci scanniamo anche contro i cartoni dei nostri bambini: non ci piacciono, non sono educativi, hanno delle brutte grafiche, insegnano a saltare nelle pozzanghere come Peppa, ad essere dei piccoli teppistelli per imitare Masha e chi più ne ha più ne metta.

Eppure prendiamo il telecomando e li accendiamo. Santa coerenza.

La puntata scandalo di Peppa Pig

E ora arriviamo proprio lì, alla tanto discussa puntata di Peppa Pig in cui un’amica della protagonista ha una famiglia composta da due mamme. Lo scandalo degli scandali. Il cartone da censura. Ma davvero siamo finiti così? Davvero ce la prendiamo con la coppia di maialine omogenitoriali?

Che tristezza pensare che ci si sconvolga per una scelta che con innocenza vuole proporre ai nostri bambini un concetto di normalità, educando e destabilizzando forse più i genitori che i figli.
È così malsano far vedere che al mondo esistono bambini felici cresciuti da due mamme? Se lo è, allora, per tutto quello che ci siamo detti finora, gli assistenti sociali avrebbero dovuto sfondare le porte di casa nostra ogni volta che mamma e papà ci concedevano un po’ di relax davanti alla televisione.

Cari mamme e papà, che dire, forse saltare nelle pozzanghere non è poi così grave! Una bella lavatrice e passa tutto. In alternativa, posiamo il telecomando e portiamo i nostri bimbi al parco, loro ne saranno immensamente felici e noi risulteremo più coerenti.

Che dite? Non c’è sempre il tempo per andare al parco e ogni tanto un cartone torna comodo?
Avete ragione. Allora ogni tanto, quando accendiamo la televisione, sediamoci vicini ai nostri figli e osserviamoli, non sarà così difficile capire se il loro è un volto turbato o divertito.

Cerchiamo di crescere persone libere, serene e pure e Peppa resterà solo un simpatico maialino.

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *