Il senso del pudore nel bambino: rispettare l’intimità dei nostri bambini

Molti genitori ritengono che i figli piccoli non abbiano un senso del pudore molto sviluppato, e quindi spesso non rispettano pienamente la privacy dei bambini.

Ogni bambino ha in realtà delle precise esigenze in relazione alla propria sfera intima, che frequentemente vengono ignorate dagli adulti. Viene dato per scontato che un bambino non provi vergogna in diverse situazioni che metterebbero in imbarazzo un adulto, in ragione della sua tenera età.

Come vedremo in seguito invece, l’età non è un criterio mediante il quale si può stabilire con certezza che il bambino non abbia pudore e non provi disagio in determinate circostanze.

I bambini hanno bisogno della loro privacy

Sebbene il pudore si manifesti in maniera differente a seconda dell’età, dell’ambiente in cui si cresce e la cultura di appartenenza, si può affermare con certezza che attorno all’età di 3-4 anni, i bambini comincino a manifestarlo.
È proprio a quest’età, infatti, che il bambino comincia a percepirsi distaccato dalla madre, inizia a comprendere che ha un suo corpo separato, e di conseguenza cerca di proteggerlo, istintivamente, da intrusioni non volute.
Finalmente la società adulta sta iniziando a capire che il corpo del bambino appartiene soltanto a lui stesso, e quindi è necessario evitare di forzarlo a compiere azioni che percepisce come lesive della propria privacy.

In quest’ottica anche la richiesta insistente di un bacio o un abbraccio da parte dei familiari stretti può risultare invasiva. Se alla richiesta di un bacio da parte della nonna o la madre il bambino dice di no, è importante assecondare la sua scelta senza forzarlo.

Dev’essere infatti il bambino a stabilire quali sono i limiti da rispettare in quel momento, e non l’adulto. Nessuno si sognerebbe mai di chiedere un bacio o un abbraccio a un adulto senza che vi sia un contesto di fondo: è necessario capire che anche i bambini hanno questi limiti e non devono essere forzati a superarli senza che lo vogliano.

Alcuni accorgimenti per rispettare l’intimità del bambino

Nella fase di distacco dalla madre, intorno ai tre o quattro anni, ovvero il momento in cui i bambini iniziano a maturare una loro identità (anche sessuale), è importante assecondare il desiderio di scoprire il loro corpo: se un bambino tocca il suo corpo, parti intime comprese, va lasciato libero di esplorare perché deve conoscersi. Allo stesso tempo è bene evitare di mostrarsi in atteggiamenti seduttivi, oppure di farsi vedere completamente nudi, perché ciò potrebbe renderli irrequieti.

Se si desidera dare un bacio o un abbraccio a un bambino, anche quando si tratta del proprio figlio, l’ideale sarebbe chiedere se è d’accordo. Se il bambino dice di no, non va obbligato a farlo. È in questo modo che i più piccoli imparano a stabilire dei limiti, e questo serve loro anche per imparare a rapportarsi con persone sconosciute.

Quando i bambini vengono portati dal medico, e sono costretti a spogliarsi mostrando zone intime, possono provare un intenso senso di disagio, anche se non lo manifestano apertamente. É bene spiegare ai bambini l’importanza di una visita medica, prima di sottoporli ad essa, in modo che non avvertano mancanza di rispetto da parte del genitore e del medico.

Ci sono infine delle età in cui non è possibile stabilire se il bambino gradisca o meno alcune attenzioni, come ad esempio nel caso dei neonati. In queste situazioni, qualora il bambino pianga o si lamenti mentre un amico lo tiene in braccio, sarebbe meglio interrompere immediatamente. Spesso invece si evita di farlo, per paura di ferire i sentimenti dell’adulto.

Essere attenti alla sfera intima del bambino e rispettare la sua riservatezza, gli permetterà di maturare senza sviluppare imbarazzo, crescere in maniera sana, senza sentimenti di vergogna irrisolti dentro di sè.

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