Litiga con il papà e si lancia dal quinto piano a soli 12 anni: succede a Centocelle

Un dramma improvviso, che scuole una famiglia e un’intera comunità. A dodici anni si è ancora bambini, e un rimprovero può far male, tanto da scegliere di buttarsi giù dal balcone.

Un volo di cinque piani

Abitava al quinto piano il bambino che si è lanciato nel vuoto – sembrerebbe – in seguito a un rimprovero per motivi scolastici. Un’altezza che non lascia scampo. I testimoni hanno visto il bambino allargare le braccia, quasi a voler volare, dandosi lo slancio prima di lanciarsi.

Una situazione drammatica, che non si riesce a spiegare: se un rimprovero per i compiti porta a un gesto così estremo è probabile che ci si trovi ancora una volta in una situazione complessa, derivante da un disagio forse celato fino a che non è esploso, in un gesto sconvolgente come quello del suicidio.

La dottoressa Maria Pontillo, psicoterapeuta dell’Unità operativa del Bambino Gesù ha commentato così quanto accaduto:

Non è un elemento di routine familiare come un rimprovero a correlarsi direttamente all’episodio: certi esiti sono il risultato di un malessere che era presente e che molto spesso si nasconde dietro a depressioni mascherate di cui è molto difficile cogliere i segni. Chi ne soffre cerca di svolgere le normali attività pur di non essere stigmatizzato.

Nella pre-adolescenza non è ancora completamente sviluppata la capacità di ponderare il rischio e il pericolo. Non è maturata la corteccia frontale deputata, ma prevale il sistema limbico che è una parte del cervello che gestisce la componente impulsivo-emotiva.

I genitori in casa

Al momento il gesto del dodicenne, che viveva con la famiglia a Centocelle, in provincia di Roma, non sembra essere causato da un’istigazione al suicidio per via di atti di bullismo: le prime ricostruzioni, inoltre, hanno eliminato l’ipotesi di partecipazione a macabri giochi che corrono sui social.

I genitori, in casa al momento del gesto, confermano che il bambino si è lanciato in seguito a un rimprovero legato all’andamento scolastico, o meglio ai compiti da fare a casa. Tuttavia, gli inquirenti stanno ancora completando i primi accertamenti per comprendere l’effettiva dinamica dell’accaduto anche se sembra che il papà, disperato, abbia detto più volte: “È colpa mia”.

Secondo Maria Pontillo, è fondamentale per i genitori e gli insegnanti riuscire a riconoscere i campanelli di allarme per prevenire tragedie analoghe, ed è importante essere consapevoli che la depressione esiste anche in questa fascia di età:

Ci sono segnali da non sottovalutare come i cambiamenti di umore repentini, con minori che diventano facilmente irritabili o che piangono senza un motivo valido. Altro segnale è l’alterazione dei ritmi del sonno-veglia o del mangiare. Quindi il progressivo isolamento dalle relazioni sociali.

Inutili i soccorsi

Quando il piccolo è impattato al suolo respirava ancora: in attesa dell’ambulanza sono accorsi i sanitari di una vicina farmacia che hanno provato a rianimarlo utilizzando un defibrillatore ma purtroppo non c’è stato niente da fare. Il bimbo e spirato subito dopo l’arrivo al Policlinico Casilino.

La morte in video

Se il suicidio di un dodicenne porta necessariamente a porsi delle domande, il fatto che alcuni giovanissimi abbiano avuto la freddezza di riprendere il suicidio e volessero postarlo su Tik Tok sembra ancora più evidenza di una crollo della moralità, di cattivo gusto o semplicemente di ignoranza.

Il video è stato tuttavia subito bloccato dai carabinieri della Compagnia Casilina, intervenuti sul luogo dell’accaduto e i nomi dei ragazzini che hanno fatto le riprese sono stati annotati.

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