“Madri”, di Myrta Merlino: facciamo troppo per i figli?

S’intitola Madri, il libro di Myrta Merlino, conduttrice de L’aria che Tira su La7, e racconta la storia di tante madri vere, a partire da Toya, la donna americana diventata famosa in tutto il mondo per aver portato via il figlio a suon di schiaffoni da un corteo pericoloso, dove rischiava di essere ucciso dalla polizia, come altri prima di lui.

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Un modo rude eppure efficace di dimostrare il proprio amore verso un figlio: e da qui parte una riflessione dell’autrice sull’essere madre in Italia, su come sono diventate le madri italiane. Dice che ci sono motivi per fare autocritica, perché proteggere un figlio ad ogni costo può diventare assolutamente controproducente.

E su questo non si può non essere d’accordo: vedere madri che vanno a iscrivere all’Università il figlio ventenne, o si fanno in 4 per cercargli un lavoro mentre lui è al bar a fare l’aperitivo sono cose che fanno perdere fiducia nell’umanità.

Del resto, ogni volta che si vedono libri come questo, viene tanta voglia di chiedersi dove siano i padri, e perché non si parla di genitori. Un figlio irresponsabile o viziato non nasce per partogenesi da una donna, ma è il frutto dell’educazione di una famiglia.

Non sempre è facile trovare la giusta via tra l’essere una guida, un genitore che impone giuste regole, e uno che invece vuole essere amico. Solo dicendo i giusti no, ma anche i giusti sì, i figli possono crescere nel modo migliore.

Oltre a Toya, nel libro si parla di altre figure di madri, famose e non, come Gabriella, madre di Fabrizio Corona, e Martina Levato, in carcere per aver sfigurato per sempre l’ex fidanzato, ma anche Sandra, che adotta un bimbo malato per dargli la possibilità di morire tra le braccia di una mamma e Cecilia, che in Messico cerca di scoprire i responsabili della morte misteriosa del figlio.

Un libro con tante figure affascinanti, forti e deboli, ma che ripeto, dovrebbe comunque far pensare che non tutto va sempre lasciato solo sulle spalle delle madri.

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