Mamma schiaffeggia il figlio: 3000 euro di multa per ‘abuso di mezzi di correzione’

Una mamma che ha schiaffeggiato il proprio figlio è stata condannata a pagare una multa di 3mila Euro per aver “abusato” dei mezzi di correzione. La sentenza è stata emessa dalla Corte di Cassazione di Torino ed è ora definitiva.

Lo schiaffo al figlio costa caro alla madre

La ricostruzione dei fatti riporta vari episodi di abuso” nei confronti del figlio minorenne.

In una occasione la madre aveva provocato delle ferite al figlio sul labbro inferiore con un sonoro schiaffo; ferite che erano state giudicate “guaribili in 3 giorni”. In una occasione seguente la madre aveva spinto violentemente il figlio contro un mobile dell’abitazione provocando un taglio sul tallone della lunghezza di 3 centimetri.

Probabilmente le violenze della madre sono state causate anche dalla concomitanza con un periodo molto difficile, segnato anche dalla separazione dal padre del ragazzo, molto complicata anche per il figlio, irrequieto e particolarmente vivace proprio a causa di questo.

In questi comportamenti della madre è stato ravvisato un reato e in tutti i tre gradi di giudizio la madre è stata condannata dalla magistratura.

I tre gradi di giudizio

La madre è stata condannata in prima istanza dal tribunale di Novara nel 2018, poi nello scorso mese di marzo, anche la Corte d’Appello ha confermato la sentenza, che ora è stata resa definitiva dal pronunciamento dei giudici della Cassazione.

Gli avvocati della madre avevano puntato sul fatto che la donna ed il figlio avevano risentito in modo particolare della separazione tra i coniugi, e avevano tentato di invocare la “non punibilità”, sottolineando come il fatto fosse “particolarmente tenue” e avesse generato confusione tra “i concetti di ripetitività e quello di abitualità della condotta”

La Corte di Cassazione non ha però accettato le motivazioni ed ha bocciato il ricorso della madre, che ora sarà quindi costretta a pagare la multa di 3mila Euro. Nelle motivazioni della sentenza i giudici hanno posto l’accento sul fatto che le “violenze” erano state commesse ai danni di un minore già provato dalla difficile situazione familiare causata dalla separazione.

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