Mamma vince ricorso contro la promozione della figlia: ripeterà l’anno

Arriva da Milano una notizia che all’apparenza potrebbe sembrare paradossale. Una mamma ha fatto ricorso al Tar, Tribunale Amministrativo Regionale, contro la promozione della figlia Beatrice alla scuola ‘Antonio Scarpa’, e ha vinto.
Il motivo: la ragazza è fortemente disabile e la madre non la ritiene pronta per passare alla prima media.

Milano: la storia di Beatrice, abbandonata dalla scuola

Beatrice è una bambina disabile, affetta da una gravissima forma di epilessia che nemmeno i farmaci riescono a curare. La sua condizione le ha causato compromissioni a livello cognitivo tale che la bambina deve essere seguita costantemente dall’istituto scolastico e da insegnanti di sostegno.

La scuola ha previsto per lei quello che si definisce PEI (Piano Educativo Individuale) ma nel corso del lockdown, spiega Tiziana Pileggi, nessuno li avrebbe contattati per verificare i progressi della bimba o le sue difficoltà. Ci sarebbero stati solo contatti virtuali con l’insegnante di sostegno.

Per tale motivo Tiziana si è rivolta prima al dirigente scolastico, poi addirittura alla ministra dell’Istruzione Azzolina, prima di fare ricorso al Tar. E il Tar le ha dato ragione.

Il gesto d’amore di mamma Tiziana: mia figlia non è pronta

La richiesta di Tiziana di bocciare la figlia era stata respinta inizialmente dalla scuola. La motivazione addotta dal dirigente risiedeva nel D.L. del 22 aprile, che prevede la promozione a priori anche in caso di insufficienze per tutti i ragazzi.

Tuttavia Tiziana, che conosce le difficoltà di sua figlia, sapeva che avrebbe avuto moltissime difficoltà nell’accesso alle medie. Si è sentita abbandonata dalla scuola e ha deciso quindi di fare la scelta migliore per sua figlia.

Il TAR della Lombardia ha ravvisato infatti una giusta causa nel ricorso presentato, annullando di fatto la promozione di Beatrice.
La bambina ripeterà l’anno scolastico alle elementari, a riprova di quanto a volte la decisione giusta passi per vie inconsuete.

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