Neomamma e lavoro: la storia vera di Sara

Quando un’azienda non può licenziare un dipendente può trovare molti modi per obbligarlo ad andarsene. Tecnicamente, queste vessazioni, si chiamano mobbing e in casi gravi possono diventare reato.

Neomamma e lavoro: spostata a 250 km di distanza

Ed è, in parte, quello che è successo a Sara Guerriero che, guarda caso, è da poco diventata mamma. La donna, dipendente dell’istituto Helvetico Sanders, è stata messa in condizioni di lasciare il lavoro.

Se vuoi lavorare ancora per noi ti sposti da Cosenza a Salerno. Per mantenere il suo posto di lavoro Sara dovrebbe “abbandonare” il suo bambino e spostarsi di 250 km

L’azienda però non ha fatto i conti con la tenacia della ragazza, che lotta per mantenere il posto di lavoro. Sara, infatti, aveva già vinto un ricorso contro il trasferimento. L’avvocato Lepera ha così commentato: “Il motivo sostanziale e reale che ha portato l’azienda ad eliminare la figura della Guerriero […] da Cosenza e, più in generale, dalla Farmasuisse s.r.l. (ragione sociale dell’Istituto Sanders), è legato alla maternità e va inquadrato nell’ambito della politica aziendale volta ad eliminare, di fatto, le dipendenti non più giovani, sposate e, soprattutto, madri”.

La “resistenza” della neomamma a colpi di avvocati

L’Istituto Sanders, incurante delle parole del giudice Silvana Ferrentino che non ammetteva il trasferimento, ha inviato una lettera alla neomamma. Sara ha preso di nuovo le sue precauzioni: l’avvocata Elena Montesano ha presentato una denuncia-querela al procuratore della Repubblica di Cosenza e con l’avvocato Lepera un nuovo ricorso d’urgenza dinnanzi al giudice del lavoro che ne ha fissato la discussione per il prossimo 13 marzo.

Comunque la si pensi, è inammissibile che nel 2017 una donna debba scegliere se continuare a lavorare oppure diventare madre.

I pregiudizi, le discriminazioni e lo stress nei confronti delle neomamme non sono affatto degne di alcun paese.

Come ci sta dimostrando Sara Guerriero, l’unico modo per cambiare le cose è portare avanti un’estenuante resistenza -con buona pace delle pari opportunità- a colpi di avvocati e tribunali, per mantenere ciò che è nostro e, in questo caso, anche di diritto.

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8 commenti

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  1. La cosa ancora più triste è che spesso sono i capi donna a mettere più pressione.. Per i neo papà solo congratulazioni.. Basta che non si prendano congedi!

  2. Che schifo però…. come non capisco chi prende finte maternità a rischio o asta a casa anni, come si può accettare un’ingiustizia simile? E per lottare devi pure pagare l’avvocato….. ma dove viviamo????

  3. Che tristezza ragazzi….io ringraziando il cielo son stata fortunatissima e a distanza di un anno e mezzo che ha la mia piccola lavoro ancora nello stesso posto senza problemi…e nn sono più giovanissima…tenete duro ragazze tenere duro