Olbia: la protesta dei genitori contro l’asilo che espelle bambini ‘vivaci’

11 giugno 2024 –

In un asilo di Olbia, alcuni genitori si sono visti rifiutare i propri figli perché considerati troppo vivaci e ingestibili. L’ultimo caso riguarda un bambino di quattro anni espulso a maggio con il giudizio di essere “troppo vivace” e “fonte di distrazione per gli altri”.

Bambini discriminati perché “troppo vivaci”

Sarebbero almeno tre i casi di presunta discriminazione segnalata dai genitori avvenuti in un asilo paritario di Olbia. Un caso non molto diverso da quello del bambino di Ladispoli sospeso perché iperattivo.

Già nel 2021, la scuola aveva espulso un bambino dopo soli tre giorni di inserimento, ritenuto probabilmente autistico e non idoneo senza offrire l’affiancamento di un educatore.

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Nel 2023, una bambina è stata espulsa dopo che ai genitori era stato chiesto di pagare un educatore aggiuntivo.

È il caso più recente, di un bambino di 4 anni, espulso a maggio ad aver acceso i riflettori su questo asilo. Anche in questo frangente la scuola aveva chiesto ai genitori di farsi carico di un educatore supplementare per seguire il bambino in classe, definito “Troppo vivace, bisognoso di molta attenzione e fonte di distrazione per gli altri bambini“.

Dal 2 maggio, il bambino non è più tornato all’asilo. I genitori hanno contattato l’avvocata Oriana Erittu, che ha diffidato l’istituto per discriminazione.

Il diritto all’istruzione per tutti i bambini

L’avvocata Erittu afferma che il comportamento dell’asilo è seriale, avendo appunto ricevuto le segnalazioni da altre due famiglie. L’avvocata punta a far cessare i finanziamenti pubblici alla scuola per comportamento scorretto.

In quanto scuola paritaria che riceve sovvenzioni dalla Regione Sardegna, non può assolutamente imporre discriminazioni sugli alunni, ancora meno se queste vengono fatte sulla base di patologie o disabilità. Così si lede il diritto all’istruzione

Erittu ha ricevuto nuove segnalazioni e ritiene che i casi possano essere numerosi. Sottolinea che, come scuola paritaria sovvenzionata dalla Regione Sardegna, l’istituto non può discriminare sulla base di patologie o disabilità.

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I gestori dell’asilo, tramite l’avvocata Maria Grazia Calvini, negano ogni atto discriminatorio. Tuttavia, l’istituto ha ricevuto una richiesta urgente di spiegazioni dall’Ufficio scolastico regionale, che ricorda alle scuole private paritarie l’obbligo di conformarsi alle norme del sistema scolastico nazionale.

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