Pallavolista colpevole di essere rimasta incinta, la società le chiede i danni

Lara Lugli, giocatrice di pallavolo, sceglie Facebook per rendere pubblica la questione legale con il Volley Pordenone. Rimasta incinta nel mese di marzo del 2019, non riceve lo stipendio di febbraio. La società contesta tutto.

La denuncia di Lara Lugli e la posizione della società

Lara Lugli è una pallavolista che nella stagione sportiva 2018/2019 ha giocato con il Volley Pordenone in Serie B1 e ha comunicato al suo club di essere rimasta incinta nel mese di marzo del 2019. La società a distanza di due anni, si rifiuta di pagarle il mese di febbraio del 2019 in cui la sportiva ha regolarmente lavorato e in risposta al decreto ingiuntivo mosso dal legale della Lugli per il mancato pagamento, chiede all’atleta i danni.

Il Volley Pordenone contesta infatti alla pallavolista il fatto che avrebbe dovuto comunicare alla società il suo desiderio di diventare madre.

Lo stipendio dell’atleta inoltre viene ritenuto eccessivo e le viene anche contestato che il suo ritiro dal campionato abbia determinato una discesa in classifica del Volley Pordenone con il conseguente ritiro di molti sponsor.

Franco Rossato, presidente del Volley Pordenone spiega che il contratto della sportiva prevedeva clausole penalizzanti per l’atleta in caso di interruzione anticipata. Non c’è stato pertanto, secondo Rossato, alcuna violazione dei diritti della pallavolista, anzi la società è rimasta accanto alla sportiva nel difficile momento dell’aborto spontaneo. La questione legale tra l’atleta e la società è stata resa nota dalla Lugli su Facebook ed il caso è diventato virale.

La reazione del mondo sportivo e politico alla denuncia di Lara Lugli

La vicenda della pallavolista Lara Lugli ha dato risalto alla situazione delle atlete di tutti gli sport.

Lo scorso autunno Carli Lloyd, palleggiatrice americana del Casalmaggiore è stata insultata dai tifosi all’annuncio della sua gravidanza ed è tornata a casa ritirandosi dal campionato.

Una realtà diffusa quindi, che non può più essere ignorata. Elisa Ercoli, Presidente di Differenza Donna Ong che combatte contro la violenza di genere, configura la questione legale come violazione dei diritti umani delle donne.

Anche il mondo della politica ne discute: Daniela Sbrollini, senatrice e responsabile del Cantiere Cultura e Sport di Italia Viva, denuncia la “cultura medievale” che è alla base della posizione del Volley Pordenone.

La questione legale messa in luce da Lara Lugli accende i riflettori su un problema che da tempo affligge il mondo dello sport femminile, ma che in realtà si estende a tutto il mondo lavorativo, che continua a considerare la gravidanza un danno e non un diritto.

Assist, l’associazione nazionale atlete, combatte per ottenere una normativa che tuteli le donne nel mondo dello sport. L’associazione ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi in cui chiede un impegno del Governo per superare la disparità di genere.

Lo questione è anche all’attenzione del Presidente del Coni, Giovanni Malagò. La presidente di Assist Luisa Garribba Rizzitelli sostiene infatti che il Fondo per la maternità che è stato istituito per le atlete non è sufficiente a sostenerle in un mondo in cui essere donna è ancora un limite. La polemica, quindi non si placa nell’attesa di una normativa organica per le atlete di tutti gli sport.

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