Quanto è romantico avere dei figli!

Quando si attende l’arrivo del primo figlio si è come su una nuvola di gioia color pastello sospesa in un cielo d’amore. Che meraviglia! La pancia cresce e la sensazione di essere in un momento speciale e unico è palpabile. Te la senti addosso, dentro, scoppi d’amore, oltre che per quanto hai mangiato e per la ritenzione idrica.

Ci si immagina il bambino che verrà e sarà roseo, profumato, morbido, immerso in un mondo rosa o azzurro e noi, mamma e papà, lo guarderemo e ci guarderemo con gli occhi pieni di commozione. I nostri cuori batteranno all’unisono esondando amore. L’aria intorno a noi sarà piena di cuoricini e sui nostri visi sarà come se campeggiassero scritte tipo “la vita è una cosa meravigliosa” e “tanto amore!”.

Poi nostro figlio nasce e sì, un po’ in effetti è come pensavamo, ma sin dal parto capiamo che no, non proprio tutto sarà così poetico e morbido.

Lo cominciamo a vagamente intuire per quella serie di parolacce urlate in sala parto, tra una bestemmia e un insulto. Ah, sì, anche a causa di quel pugno al futuro padre che vi aveva solo detto “sto soffrendo anch’io con te”. No, deficiente, no!

Ne abbiamo poi definitiva conferma quando, dopo la prima magica poppata, e la seconda, e la terza, scopriamo che l’allattamento non è sempre semplicissimo e che le ragadi esistono e cazzo se fanno male!

Il carico da novanta lo mettono infine le notti in bianco, quelle in cui meditate di regalare il figlio a quella vecchietta con l’Alzehimer che vi diceva che era suo.

Poi tutto s’aggiusta, si prende il ritmo e via, tutto passa!

Sì, ma resta che avere dei figli non è romantico.

“Amore, cenetta speciale!”

“Oh, quanto ti amo, tesor…”

Proooooooooooot!

“Oh, ecco, ha finalmente cacato”.

Presente? Capitato?

State per aprire un pacchettino per voi per l’anniversario? Occhi a cuore, attesa, love is in the air, e…un boato.

“Oddio cos’è?”

“niente, solo che…che bello, ha digerito!”.

Che bello, sì, che bello.

Approccio pieno di passione? Ecco una scarica che sposta il divano.

Sguardo languido? Rutto libero.

Cena a lume di candela? Scorreggia che vi lascia al buio.

Dichiarazione con (finalmente!) proposta di matrimonio che sta per essere formulata? State certe che sul “cara, vuoi sp…” qualcuno dirà “Guuu, ghe…mam…pa…papà”.

“Amore, ha detto papààààààà!”, seguono, nell’ordine: telefonata ai nonni, annuncio dell’evento via WhatsApp a quei 17/18 gruppi, video, condivisioni social, invito a casa e, tutti e 154 insieme, ola conclusiva. Pronti? Viaaaaa!

A volte penso che tutto questo sia una tattica dei bambini per restare figli unici. Solo che loro non sanno che noi siamo più furbi, mica siamo nati ieri come loro, e così, prima o poi, li freghiamo. E taaaaaaaac! Arriva il fratellino!

Un momento…ma siamo proprio sicuri che li abbiamo fregati noi?

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28 commenti

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  1. In sala parto non ho detto niente ma prima di entrare quando avevo le doglie ho preso le ostetriche a botte di b******* poverette ahaha se ne andavano e mi lasciavano li :( ahaha

  2. Io invece che solitamente impersono molto bene lo scaricatore di porto che è in me, in sala parto sono stata abbastanza educata…mi immaginavo di peggio…bisognerà vedere ora per questo prossimo parto come andrà…