Smartphone e tablet rovinano i rapporti in famiglia: a dirlo sono proprio i giovani

Una ricerca effettuata dall’Assocazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche ha portato alla luce qualcosa di cui già si sospettava, ovvero che smartphone e tablet, già nocivi per la salute e lo sviluppo cognitivo dei giovanissimi, lo sono anche per i loro rapporti con i genitori e la realtà che li circonda.

Smartphone e tablet pregiudicano pesantemente i rapporti genitori-figli?

“Mi ritiro in rete” è il nome della ricerca effettuata dall’Assocazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche in collaborazione con Skuola.net, che ha messo in luce come i giovani d’oggi vivano sempre più isolati in una realtà dove il virtuale ha uno spazio preponderante rispetto al tempo passato con i genitori e la propria cerchia familiare. La ricerca ha coinvolto circa diecimila giovani di età tra i 10 ed i 21 anni e ha restituito un quadro davvero preoccupante: più del 30% degli adolescenti afferma che la tecnologia sottrae tempo da trascorrere in famiglia. Però molti di loro affermano anche che vorrebbero passare più tempo in attività con i loro genitori, ma tablet e smartphone assorbono sia i genitori che i figli.

Infatti Giuseppe Lavenia, psicologo e presidente dell’associazione nazionale Di.Te. afferma :

“È come se noi genitori avessimo perso l’autorevolezza per proporre qualcosa d’interessante ai nostri figli. Non siamo in grado di capire quello di cui hanno bisogno: abbiamo tracciato una distanza relazionale, usando come alibi la distanza digitale”.

Tutto questo stando ai ricercatori è più grave di quanto si pensi, considerando che vivere una giovinezza di questo tipo significa perdere la possibilità di vivere esperienze reali che poi saranno quelle che aiuteranno a maturare e che faranno parte dei ricordi.

L’isolamento sociale dei giovani

La ricerca ha evidenziato come un uso eccessivo dello smartphone e di altri device tecnologici comporti anche, alla fine, una scarsa cognizione delle proprie radici. Ciò significa, nel presente e nel futuro, il non avere i mezzi ed il non sentire la necessità di dare vita a legami profondi.

Continua il dott. Lavenia : “Ci stiamo privando di due aspetti importanti della crescita: l’esperienza e il ricordo. I figli, oltre a fare poche esperienze con i genitori, conoscono pochissimo della storia delle loro radici. E questo non aiuta a creare legami profondi”.

Basti pensare che il 58% degli intervistati ammette di non parlare con i propri genitori di quello che guarda in rete. Il 6% poi rivela di non avere amicizie nella vita “vera” e questo significa un passo deciso verso una forma di isolamento sociale. Infine, altri dati preoccupanti sono quelli relativi al tempo trascorso con il cellulare in mano, visto che il 30% vi passa almeno 4 ore nel quotidiano, anche di notte e poi il fatto che quasi il 50% si è dovuto confrontare con atti di cyber-bullismo.

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