Le tappe miliari del primo anno dei bambini

Il primo anno di vita del nostro bambino rappresenta un periodo molto importante e ricco di progressi e soddisfazioni, e sarà proprio durante questo lasso di tempo che il piccolo raggiungerà delle tappe fondamentali di crescita.

Vediamo insieme una tabella di marcia approssimativa per regolarci nel calendario dei suoi progressi verso il suo primo anno.

Ogni bambino ha i suoi tempi

Premettiamo che è sbagliatissimo mettere a confronto il nostro bambino con i coetanei, poiché ogni bimbo ha il suo tempo, non si tratta di una gara né di una corsa a premi, ed è bene valutare assieme al pediatra la tabella che ci aiuta ad orientarci e a capire se tutto procede per il verso giusto.

Dal momento in cui prenderemo per la prima volta il nostro piccolo tra le braccia, sarà un crescendo di emozioni e gioia, e saranno tante le piccole cose che quotidianamente ci stupiranno. Vediamo quali sono le tappe e l’età entro le quali si raggiungono, vivendo la maternità e la crescita in serenità, senza dimenticarci che ogni bimbo è diverso da un altro, e che la crescita può avvenire con continuità o a scatti e senza farci prendere dall’ansia.

Le fasi importanti del primo trimestre di vita

Durante i primissimi mesi di vita, i movimenti e le reazioni del neonato sono incontrollati e involontari. Il pediatra per verificare che tutto va per il verso giusto, lo sottoporrà ad alcuni test del riflesso: riflesso di suzione, riflesso di Moro, riflesso tonico asimmetrico del collo, riflesso di deambulazione automatica e riflesso di prensione.

Si tratta dei riflessi arcaici del neonato, indispensabili per una giusta risposta e ambientazione al nuovo ambiente extrauterino. Nei primi mesi il piccolo dimostra interesse sociale e sorride.

Già a partire dal terzo mese, il piccolo muove con cognizione le manine, unendole e chiudendole a pugno, cercando di toccare oggetti circostanti e porta il pollice o le altre dita alla bocca. Durante questo periodo incomincia a sorridere quando mette a fuoco il viso della mamma, cerca di sollevare la testa e si autoregola negli intervalli sonno e pappa, ride ed emette piccoli versi per attirare l’attenzione.

Dal quarto mese in poi

Nel quarto mese impara a mantenere la schiena dritta, impara a girarsi e a rotolare, gira la testa consapevolmente se stimolato da rumori, cerca di afferrare oggetti e gioca con le proprie manine. Mostra grande interesse per l’ambiente circostante, ripete gesti e movimenti e mostra disappunto quando è arrabbiato. Inizia la lallazione.

Durante il quinto mese incomincia a mantenere dritta la schiena se messo in posizione seduta e sostenuto, regge la testa, riesce ad afferrare bene gli oggetti e inizia i primi approcci per imparare a stare seduto da solo.

Il sesto mese è un mese ricco di progressi perché proprio a partire da questo periodo, il piccolo inizia a gattonare. Ormai ha imparato a sostenere bene la testa, in posizione prona solleva testa e spalle ed è in grado di darsi lo slancio per mettersi a gattoni e iniziare a spostarsi da solo. Ha imparato anche a stare seduto e spesso si sposta “strisciando” sul sederino, tiene gli oggetti tra le manine e ci gioca. 

I progressi del secondo semestre di vita

A sette mesi è in grado di portarsi dalla posizione prona a quella supina e viceversa, mostra sensazioni ed emozioni quali rabbia, paura, gioia e sorpresa e incomincia a balbettare piccole parole che sente spesso, a otto mesi inizia le “prove” per mettersi in piedi da solo e muovere i primi passi, si sposta autonomamente e spedito, e impara a mangiare da solo, portando cibo o biberon o tazza alla bocca. In questo periodo imparerà a rispondere a suoni familiari con ritmo e intonazione differente.

A nove mesi si impegna per perfezionare ciò che ha imparato, sperimenta le varie posizioni da seduto a in piedi e viceversa, dimostrando grande abilità nel passaggio, gattona con un oggetto tra le mani e si mostra molto curioso.

Verso il primo anno!

A dodici mesi, con la prima candelina, probabilmente avrà imparato a stare in piedi in modo sicuro e muoverà i primi passi, ripeterà qualche parolina e chiamerà gli oggetti preferiti con dei nomi, vorrà essere il più possibile autonomo (ed è importante sostenerlo e favorire l’autonomia) e cercherà di sperimentare tutto ciò che la curiosità stimola. Grazie all’intonazione della voce si farà capire perfettamente e mostrerà simpatia o antipatia verso le persone che lo circondano.

In quest’epoca è in grado di ricordare esperienze passate, riconosce la persona che si prende cura di lui e impara a comunicare con essa attraverso gesti, parole ed espressioni del volto.

Quando preoccuparsi?

Ci sono dei segnali che mettono in guardia le mamme e davanti ai quali è bene consultare immediatamente il pediatra. Vediamo di quali si tratta entro il primo anno:

  • tre mesi, non risponde agli stimoli sonori, non segue gli oggetti e le persone con lo sguardo, ha difficoltà a controllare la testa;
  • quattro mesi, mostra rigidità muscolare o viceversa ipotono, non regge la testa facendola cadere all’indietro, non sorride, non porta gli oggetti alla bocca;
  • sei mesi, non riesce a stare seduto neanche se sostenuto, non afferra gli oggetti o gli afferra sempre con la stessa manina, non emette versi e non inizia la fase della lallazione;
  • otto mesi, non segue gli oggetti nascosti, non dice neanche una parola, non rimane in piedi neanche se sostenuto, non riconosce il linguaggio gestuale, non gattona, non indica oggetti con le manine.

Se il pediatra lo riterrà opportuno potrebbe rendersi necessaria una visita con il neuropsichiatra infantile che valuterà le abilità del piccolo ed eventuali ritardi psicomotori.

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