Televisione: e se sviluppasse l’intelligenza emotiva nei bambini?

Per intelligenza emotiva si intende la capacità di riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri in modo da gestire adeguatamente i comportamenti individuali e migliorare i rapporti sociali. Il termine è stato inventato negli Stati Uniti nel 1990 e, da quel momento, si incontra spesso nelle riviste specializzate o nei più rinomati convegni di psicologia clinica e sociale. Sviluppare tale consapevolezza nei bambini già in età prescolare, è molto importante poiché consente loro di esprimersi al meglio e di aumentare i rapporti interpersonali.

La televisione, un’alleata per comprendere il mondo delle emozioni

Mentre la quotidianità dell’adulto offre centinaia di opportunità per allenare l’intelligenza emotiva, (riunioni di lavoro, commissioni negli uffici pubblici, uscite serali con amici), quella del bambino è solitamente limitata alle interazioni familiari o agli scambi affettivi con i compagni di scuola. Come allargare quindi la sua apertura al mondo?

Attraverso la lettura di storie e favole ma, ancor più efficacemente, guardando la televisione. Contrariamente a quanto si può pensare, infatti, film e cartoni animati offrono ai più piccoli la possibilità di osservare e studiare le emozioni dei personaggi, senza lo stress di esserne coinvolto in prima persona.

Mediante una visione protetta, “a distanza”, i più piccoli possono comprendere come si esprimono le emozioni, dare ad esse un nome e finalmente constatare che tante sensazioni che avvertono nel cuore sono comuni a tante altre persone. Ovviamente lungometraggi o film d’animazione devono essere preliminarmente selezionati da un adulto che, leggendo recensioni e raccogliendo pareri, propone al piccolo contenuti adatti alla sua personalità e alla sua età.

La televisione come esperienza formativa: metodi e pratici consigli per le mamme

Uno studio condotto nell’università di Bielefeld, cittadina tedesca, sottolinea l’importanza della televisione nello sviluppo dell’intelligenza emotiva.

Non solo: evidenzia come gli stati emotivi percepiti durante la visione dei cartoni animati, vengano scordati più facilmente rispetto a quelli riscontrati in film e serie tv. Probabilmente perché il bambino riesce ad identificarsi più facilmente con personaggi umani piuttosto che con animali buffi, mostriciattoli o supereroi.

Per stimolare il riconoscimento delle emozioni o verificare che esso stia avvenendo in maniera corretta, il genitore può vedere la televisione insieme al figlio e in seguito parlare insieme a lui dei contenuti guardati in precedenza. Se però il bambino ha già un età vicina all’adolescenza e preferisce dichiaratamente stare da solo, l’adulto deve rispettare tale scelta. Eventualmente in seguito può fare domande inerenti ai personaggi e mostrare interesse per il film, tentando di aprire così un dialogo costruttivo con il piccolo.

Con simili suggerimenti, guardare la televisione aumenta il suo valore educativo e sociale. Non un semplice strumento di crescita emotiva, ma un tenero e divertente momento di condivisione familiare.

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4 commenti

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  1. Mia figlia vede poca tv ha 4 anni e a 2 anni e mezzo ( guardando ad es. Topolino) sa contare e riconosce le lettere … boh non serve a un gran che forse ma sicuramente apprendono tante cose stando a casa e poi con artattak facevamo lavoretti … insomma dipende sempre da come imposti le cose! Ovvio che tenere la tv accesa tutto il gg solo per fare i servizi e lasciare i bimbi incantati li non è assolutamente costruttivo

  2. Per me dipende dal programma. La generazione, di cui faccio parte, che é cresciuta con le disgrazie e fatiche dei cartoni animati tipo candy candy e simili credo che i sentimenti l’abbia sviluppati e come