Trent’anni e incinta

Ho trent’anni e mio figlio ha sette mesi.

Sono rimasta incinta in quell’età che nessuno definirebbe critica tant’è che in tv non c’è un programma che si chiama “Ventinove anni e incinta”. Il problema è che io a ventinove anni me ne sentivo almeno dieci di meno di anni. Che poi è un po’ il problema di tutti quelli che hanno la mia età.

A 30 anni, se tutto va bene, hai da poco finito l’Università e sei al tuo terzo stage, il primo con un rimborso spese che, tra l’altro, fa ridere. A 30 anni vivi in affitto condividendo l’appartamento con giovani non più giovani che fanno ancora feste in casa del tipo molto alcol, poco cibo. A 30 anni, oggi, sei semplicemente precario.

A trent’anni stai acquistando consapevolezza di chi sei e le domande ataviche sul chi sei e dove vai si stanno lentamente (ma non troppo) dissipando. Questa consapevolezza di noi stesse va di pari passo con la consapevolezza professionale. Il problema è che non hai ancora perfettamente capito quali sono le tue attitudini e dove ti porterà la tua ambizione che inizi a intuire che probabilmente il lavoro dei tuoi sogni non lo farai mai o se lo farai inizierai quando sarai nonno. Se già hai un contratto o sei raccomandato o è un contratto che cita testualmente: “Lasciate ogni speranza di diventare madri o voi che entrate”. Sì, sì è sul vostro contratto che l’avete letto.

A trent’anni i tuoi miseri stipendi te li spendi incoscientemente (e giustamente) in cene fuori e scarpe (e  affitto). Ma soprattutto a trent’anni, se non vuoi perdere quel misero contratto che hai, illudendoti che la strada verso l’affermazione è lastricata di quei contratti, non puoi permetterti una gravidanza. Nessun di quei bambini urlanti che vivono in simbiosi con te sono ammessi nei luoghi che solitamente frequenti, in cima alla lista quei due tre locali dove sei solita fare tardì. Sì perché a trent’anni per non pensarci troppo fai tardi la sera e ci bevi su. Anche perché, a trent’anni, sei finalmente indipendente.

Io a trent’anni vivevo sola, lavoro precario e relazione un po’ meno precaria (ma non troppo). Sono rimasta incinta e mi sono sentita persa, mille dubbi, mille paure con uno spirito di maternità praticamente non pervenuto. Insomma, a trent’anni non ero pronta.

Trenta sono dodici in più di diciotto, ma io non ero comunque pronta e quando l’ho scoperto hanno iniziato a tremarmi le gambe perché a trent’anni ero troppo precaria e giovane per un figlio!

Ora il mio bambino è nato e le cose sono state semplicissime e complicatissime allo stesso tempo. Cerco di mettere entusiasmo in quello che faccio, per me e per lui, ma a volte mi manca terribilmente la ragazza spensierata che ero. E la vodka!

 

ceraunavodka@post.com

 

 

Il video della settimana

8 commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. ..che dire…io di anni ne ho 31…e mio figlio ne ha già 4!! ..io come te metto ogni giorno tutto l’entusiasmo e la tenacia che ho dentro per dare il massimo al mio cucciolo…però devo dire che…ogni tanto, quando mi sento un pò stressata e ho voglia di leggerezza… ripenso a quel bicchiere di “Vodka” e alle sensazioni piacevoli che mi trasmetteva!!

  2. Mamma green, dicono che l’età non c’entri e nemmeno quanto uno ha desiderato un figlio. La fatica e la stanchezza arrivano comunque ad oscurare tutto. ogni tanto.

    Ma noi siamo brave a farci tornare il sorriso, vero?