Vaccino anti coronavirus e bambini: facciamo il punto

La sperimentazione e la campagna vaccinale iniziata a fine dicembre 2020, per il momento, non ha ancora interessato bambini e adolescenti. Molte sono le domande che le famiglie si pongono circa le corrette procedure dei vaccini destinati ai giovanissimi, domande alle quali hanno risposto negli ultimi giorni alcuni esperti del settore.

Vaccini anti coronavirus per i più piccoli: come funziona l’iter corretto

L’infettivologo e pediatra del Bambin Gesù, dottor Paolo Rossi, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui chiarisce che le procedure per la somministrazione del vaccino ai bambini e adolescenti sono sostanzialmente analoghe rispetto a quelle utilizzate per gli adulti.

Generalmente vengono presi a campionamento un numero rilevante di soggetti, divisi in due gruppi: al primo gruppo viene somministrata una dose di vaccino, al secondo un placebo; a seguito di un periodo di osservazione, si analizzano le differenze circa il livello di positività.
Moderna, Pfizer e Johnson&Johnson hanno già iniziato a mettere in atto protocolli destinati a bambini e adolescenti, in modo da ottenere quanto prima dati significativi. In particolare l’azienda Pfizer ha in programma uno studio su circa seimila ragazzi, sia europei che extraeuropei.
Moderna ha già ultimato uno studio su adolescenti (fascia 12-17 anni) e ha in programma di procedere allo stesso studio nei confronti dei bambini (fascia di età 0-11 anni).

Vaccino anti coronavirus per bambini: i rischi della procedura classica verso gli adolescenti e i bambini

Pur trattandosi di una procedura sicura e soprattutto collaudata da molto tempo, permangono alcune perplessità circa il comportamento che potrebbe adottare il gruppo a cui viene somministrato il placebo: c’è il rischio, infatti, che i ragazzi pensino di essere immuni e dunque mettano in atto comportamenti irresponsabili.

Proprio per questo motivo si lavora a un’alternativa, che potrebbe consistere nel sostituire il placebo con un altro vaccino utile nella fascia di età coinvolta, ad esempio quello per la meningite o del papillomavirus. Questa tecnica renderebbe più sicura l’intera procedura, e farebbe in un certo senso risparmiare tempo rispetto alle classiche tempistiche della vaccinazione.

Al momento, comunque, l’agenzia americana FDA ha approvato unicamente gli studi pediatrici in doppio cieco, cioè con la classica divisione in due gruppi; nonostante questo, l’agenzia si pone il problema anche sulla disponibilità dei genitori a firmare il consenso per la procedura a doppio cieco, in riferimento al gruppo che riceverebbe il placebo: un problema che necessita di dialogo con i genitori e di soluzioni sicure anche per coloro che non riceveranno subito il vaccino.

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