Via al processo di beatificazione di Chiara Corbella: rinunciò alle cure per salvare il figlio

La Diocesi di Roma ha fatto sapere di aver aperto ufficialmente il processo di beatificazione di Chiara Corbella Petrillo, la mamma che nel 2012, affetta da un tumore, scelse di non curarsi pur di salvare il bimbo che portava in grembo.

Aperta la causa di canonizzazione

A quasi sei anni di distanza dalla sua morte, la Diocesi di Roma potrebbe realizzare, ora che lei non c’è più, uno dei sogni che Chiara aveva da bambina: “Diventare Santa”, come aveva scritto più volte in alcune sue lettere.

Infatti, è notizia degli ultimi giorni che è stato deciso di dare ufficialmente il via alla causa di canonizzazione e beatificazione di Chiara Corbella Petrillo, la mamma che decise di portare avanti la gravidanza, ritardando di fatto le terapie antitumorali a cui si sarebbe dovuta sottoporre, per salvare la vita del piccolo che portava in grembo.

Il bambino, Francesco, era poi nato perfettamente sano nel maggio 2011 mentre Chiara, affetta da un carcinoma alla lingua, ha vissuto ancora solo un anno, quando la radioterapia non ha potuto più arrestare l’espandersi del cancro.

La dolorosa vicenda di Chiara

Ma nella vita di questa mamma coraggiosa (il cui gesto è stato definito “un faro di luce della fede in Dio”, come si legge nell’editto per la richiesta di canonizzazione) non c’è stata solo questa gravidanza dal momento che la donna era rimasta precedentemente incinta per ben due volte e, in entrambi i casi, aveva dovuto assistere alla morte dei due neonati appena dopo il parto.

Nel 2008, infatti, aveva scoperto che la bimba che aspettava soffriva di una malformazione congenita ma decise comunque di portare a termine la gravidanza. Maria Grazia, questo il nome della piccola, è vussuta solo mezz’ora, durante la quale ha potuto anche essere battezzata.

E anche nel 2010, quando era incinta del piccolo che avrebbe chiamato Davide, i medici le avevano annunciato che il bimbo difficilmente sarebbe sopravvissuto: il suo Davide era nato senza gambe ed era deceduto, una volta battezzato, poco dopo il parto. 

Anche per questo motivo, quando per la terza volta Chiara ha scoperto di essere incinta e che il nascituro stava bene, non ha esitato un attimo a scegliere di non mettere in pericolo la sua vita, a scapito della propria: una vicenda commovente che oggi è possibile ripercorrere anche in un libro che parla di quei mesi difficili.

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