Co-sleeping e bedside cots: facciamo la nanna insieme?

Il tema è caldo: il riposo dei più piccoli è un argomento che divide mamme e opinione pubblica, portando alla luce teorie scientifiche e vecchie abitudini, da un lato, che si scontrano con lo stile materno più contemporaneo e smart, dall’altro.

Co-sleeping: facciamo nanna assieme nel lettone!

Per anni si è pensato, infatti, che il posto migliore per fare dormire il proprio piccolo fosse in una stanza separata, nel suo lettino, per combattere i rischi della SIDS, la temutissima morte in culla, dalle origini ancora oggi incerte.

Recenti studi, però, hanno dimostrato che abbandonare il bambino in una stanza vuota, lasciandolo completamente isolato, può infondere in lui paura e tensione, staccando troppo in fretta il cordone materno e perdendo quel contatto che per 9 lunghi mesi lo ha tranquillizzato e coccolato.

Prende piede, quindi, la pratica del co-sleeping, ovvero quella di dividere in 3 il lettone matrimoniale: una realtà oggi molto diffusa e che, almeno sembra, aiuterebbe a regolarizzare l’umore del bambino, calmandolo e accrescendo la sua autostima, creando quindi adulti più sicuri di sé e meno fragili.

Dormire in 3, però, non sempre è comodo e sicuro: non tutti i genitori riescono a riposare serenamente con la paura di schiacciare, con un movimento inconsulto, il bebè.

Ecco sul mercato, allora, delle soluzioni di arredo pratiche e smart, per risolvere il problema: si chiamano bedside cots, molto più semplicemente piccole culle sidecar, funzionali e sicure, da agganciare al lettone per avere sempre il bambino a portata di mano, mantenendo saldi i propri spazi.

Online l’offerta è ampissima: dai modelli in legno che diventano box e poltroncine, a quelli in morbida piuma per attutire gli urti, la scelta è ricca.

Sostenitrici del co-sleeping, fatevi sotto!

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