Aborto spontaneo, in poche ne parlano: la confessione di Michelle Obama riaccende il tema

Molte donne non amano parlarne ma l’incidenza dei casi di aborto spontaneo durante la gravidanza resta elevata: anche per questo motivo la recente confessione di Michelle Obama nella sua autobiografia ha sorpreso molti e ha contribuito a riaccendere i riflettori su un tema delicato.

La rivelazione di Michelle Obama

L’ex First Lady americana ha tenuto nascosto il fatto per molti anni e solo con la pubblicazione di “Becoming” (la sua autobiografia ufficiale), ha deciso di uscire allo scoperto: Michelle Obama ha rivelato di recente di aver avuto un aborto spontaneo vent’anni fa, raccontando anche il senso di colpa e di solitudine provato dopo quella drammatica esperienza.

Tuttavia, secondo alcuni dati, circa una gravidanza su quattro si conclude anzitempo con la morte dell’embrione o del feto, con percentuali che vanno dal 15% addirittura fino al 30% in Paesi come l’Italia: un fenomeno che interessa milioni di donne e che spesso viene taciuto.

Anche per questo motivo la confessione della signora Obama ha ricevuto molti apprezzamenti non solo da parte delle mamme americane ma pure di associazioni che da tempo si interessano al tema.

Aborto spontaneo: i dati del fenomeno

Tenendo conto dei soli dati Istat relativi all’Italia, quello dell’aborto spontaneo è un fenomeno in aumento dato che nell’arco di vent’anni si è passati dai 56mila casi del 1982 ai quasi 72mila registrati nel nuovo millennio.

Secondo gli esperti questa maggiore incidenza è dovuta anche al fatto che è salita sensibilmente l’età media in cui le donne diventano mamme, con conseguente diminuzione degli ovociti e della capacità riproduttiva. Inoltre va tenuto pure in conto il modo in cui spesso si vive questo doloroso evento, associato al senso di colpa e al dolore per la perdita di un figlio.

Tuttavia, secondo molti ginecologi questo si deve a una scarsa informazione sull’argomento e al fatto di vivere come una sconfitta una circostanza che ha pure origini genetiche e quindi non può ricadere solo sulle spalle della donna.

Un “segreto” di cui non si parla

Come spiegano gli esperti di ostetricia, quello dell’aborto spontaneo non è solo un segreto tenuto per sé ma viene vissuto anche come un evento che è meglio non raccontare, dato che non sempre si è al corrente di ciò che realmente accade.

Infatti questa interruzione di gravidanza avviene entro i primi 180 giorni della gestazione, ma nella maggior parte dei casi nel primo trimestre. Spesso si tratta di un aborto asintomatico e difficile da riconoscere se non vi sono perdite di sangue o contrazioni dell’utero.

Molte campagne di sensibilizzazione spiegano che associare il concetto di colpa all’aborto spontaneo è sbagliato dal momento che la causa va ricercata in difetti genetici, malformazioni dell’utero e persino infezioni vaginali sottovalutate o non curate adeguatamente.

Inoltre, questa forma di interruzione di gravidanza non impedisce certo a una donna di restare di nuovo incinta: quindi non dovrebbe generare sensi di colpa ma rappresentare anche un punto di partenza per pianificare in futuro la nascita di un figlio.

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