Autocertificazioni false per evitare il tampone ai figli: il caso di Brescia

Nella bassa bresciana, nell’Istituto comprensivo di Calvisano, almeno dieci bambini con lievi sintomi riconducibili al Covid-19 sono stati visitati e invitati a eseguire il tampone. Le famiglie, tuttavia, avrebbero presentato falsi certificati per evitare che i figli effettuassero il test, sollevando l’attenzione delle autorità e lo sdegno dell’opinione pubblica.

Autocertificazione false per evitare il tampone: il caso di Calvisano

Le cronache locali riportano il caso avvenuto a Calvisano, nella bassa bresciana: dopo che alcuni bambini (almeno dieci) hanno presentato sintomi lievi riferibili al Covid-19, la pediatra che li ha visitati ha suggerito alle famiglie di sottoporre i figli a tampone orofaringeo, in modo da accertare l’eventuale positività.

Le famiglie, però, hanno presentato false autocertificazioni per evitare di sottoporre al test i figli, arrivando addirittura a falsificare la documentazione della pediatra in modo da non far emergere la esplicita richiesta, da parte della dottoressa, di far sottoporre al tampone i bambini.

Le reazioni della comunità

Quanto accaduto è potuto emergere grazie all’incontro tra la pediatra e la vicesindaca di Calvisano Paola Franzoni: la Dottoressa ha denunciato la mancata collaborazione da parte di un gruppo di genitori, spinti dalla convinzione che il tampone potesse in qualche modo nuocere alla salute dei figli.

Rammaricata e sconcertata si è mostrata la vicesindaca Paola Franzoni, la quale ha cercato di richiamare tutti all’ordine ma soprattutto a quel senso di collaborazione e responsabilità che è fondamentale in situazioni come queste, dove le azioni del singolo individuo finiscono per interessare anche un’intera comunità.

“Partendo dal presupposto che la sicurezza dei bambini è importante per tutti e non solo per pochi, – ha dichiarato la vicesindaco – invito i genitori per la salvaguardia dei loro figli e dei rispettivi compagni, di seguire i consigli che vengono dati dai medici.”

Il tutto, per altro, considerando anche gli aspetti puramente legali della vicenda: a fronte dell’impianto normativo dei decreti leggi e dei d.p.c.m. assieme all’impianto penale codicistico, presentare una falsa autocertificazione o falsificare un documento di un medico configura un reato.

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