Bambini intersex e mutilazioni genitali: il problema della normalizzazione sessuale

Alcuni bambini alla nascita possono soffrire di disordini della differenziazione sessuale.
Si tratta dei bambini intersex, nati ad esempio con cromosomi maschili ma genitali femminili.
A volte questi problemi vengono corretti con la chirurgia, ma possono generare traumi e problemi che dureranno per tutta la vita.

Bambini intersex e normalizzazione sessuale

Cosa fare se un bambino nasce con disordini della differenziazione sessuale, ad esempio organi genitali non perfettamente formati come maschili o femminili?

Oggi è possibile intervenire chirurgicamente, modificando i genitali uniformandoli a quello che indica il corredo genetico. Questa operazione però è estremamente invasiva e può lasciare strascichi che durano anni, se non per l’intera vita. A questo si aggiungono le ferite invisibili dei possibili traumi psicologici di vedere profondamente modificato il proprio corpo. Visto che questi interventi si effettuano in giovanissima età, spesso attorno ai due anni, il parere del bambino non viene tenuto in considerazione.
Per questo motivo OMS e l’Unione Europea sconsigliano fortemente operazioni del genere.

Mutilazioni genitali: il caso di Palermo

Un caso di disordine della differenziazione sessuale, corretto chirurgicamente, è avvenuto nel 2016 a Palermo, facendo discutere sia per i risvolti medici che etici della vicenda.

Un bambino era nato con cromosomi maschili, ma con un accenno di utero e vagina.
Questi sono stati asportati con una serie di interventi chirurgici, che hanno poi ricostruito i genitali maschili.
Il bambino era infatti stato dichiarato femmina al momento della nascita, ma in seguito si era scoperto che il suo corredo genetico era maschile. All’età di due anni il bambino è stato quindi trasformato anche fisicamente in un maschio e gli sono stati cambiati nome e sesso all’anagrafe.
I medici hanno dichiarato completamente riuscito l’intervento

Bambini intersex e problemi etici e psicologici

I bambini intersex, che non corrispondono completamente ad uno dei due sessi, vengono uniformati chirurgicamente appena sono abbastanza grandi da affrontare la serie di operazioni necessaria.
Questo genera però un problema etico, visto che sono modifiche estreme all’anatomia di minori che non possono far valere autonomamente le proprie scelte.

Il trauma medico dell’intervento si somma poi a possibili problemi psicologici e fisici dovuti ai postumi delle operazioni. Oggi infatti queste operazioni sono considerate un retaggio del passato e si preferisce mantenere integro l’apparato sessuale dei bambini intersex così com’è, a meno che non insorgano patologie o vi siano problemi funzionali.
Una volta cresciuto, il bambino intersex sarà libero di stabilire autonomamente il proprio orientamento e decidere se provvedere chirurgicamente a modificare il proprio corpo.

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