24 giugno 2025 –
Uno dei temi che crea spesso dibattito tra genitori, specialmente tra le diverse generazioni, è il tempo libero dei bambini. “Ai miei tempi i bambini erano liberi di annoiarsi d’estate“, “Una volta i bambini non facevano tutti questi corsi, non erano così impegnati“. Certi bambini in effetti sembrano più impegnati di un capo di Stato, quando guardiamo alla scansione delle loro giornate: anche con le vacanze estive, hanno un mucchio di attività tra corsi di musica, lezioni di inglese e sport. Ma è giusto che sia così?
Se lo chiede anche lo scrittore Joël Dicker, al Salone del Libro di Torino, e ha offerto una riflessione per genitori ed educatori: l’eccessivo carico di aspettative posto oggi sui bambini. Ma cosa significa davvero “lasciare che un bambino sia un bambino”? E perché è così importante farlo?
L’infanzia non è una gara a ostacoli
Negli ultimi anni, il concetto di “bambino di successo” ha preso piede con forza. Fin dalla più tenera età, i piccoli sono coinvolti in un’agenda fitta di attività extrascolastiche: corsi di inglese, lezioni di musica, sport agonistici, laboratori creativi. L’obiettivo, apparentemente nobile, è offrire loro più opportunità. Ma qual è il prezzo di questa rincorsa alla perfezione?
Secondo numerosi esperti, un’agenda troppo piena rischia di trasformare l’infanzia in un percorso ad ostacoli, dove ogni giornata è scandita da impegni, scadenze e performance. In questo modo si sottrae ai bambini il tempo libero, lo spazio per esplorare, giocare e annoiarsi – elementi essenziali per uno sviluppo sano ed equilibrato.
Aspettative adulte, bisogni infantili
Alla base del problema c’è spesso una proiezione degli adulti: il desiderio di far emergere il talento precoce, di garantire un futuro brillante, o semplicemente di non “restare indietro” rispetto agli altri coetanei. Ma i bisogni dei bambini sono diversi da quelli degli adulti.
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La crescita non è una maratona da percorrere il più velocemente possibile. È un processo fatto di tappe, di scoperte, di emozioni. Un bambino ha bisogno di sentirsi accolto, amato e, soprattutto, libero di essere sé stesso. Caricarlo di aspettative può generare frustrazione, ansia da prestazione e persino disturbi legati allo stress già in età precoce.
Il valore del tempo libero e della felicità
Uno dei messaggi più importanti lanciati da Dicker è l’invito a riconsiderare il tempo libero come parte integrante dell’infanzia. Giocare senza scopo, correre all’aria aperta, sognare ad occhi aperti: tutto questo non è tempo sprecato, ma tempo che costruisce creatività, autostima e resilienza.
Sui bambini di oggi ci sono troppe aspettative. Oggi i bambini a cinque anni devono imparare cinque o sei lingue, devono suonare uno strumento musicale e fare un sacco di cose che pesano come compiti. A volte invece dovremmo fermarci e dire a loro e a noi stessi: ‘Sei un bambino, devi goderti la vita e fare le cose che ti rendono felice’. Questo è molto importante.
La felicità non si misura in lingue parlate o diplomi collezionati, ma nella serenità con cui un bambino vive la propria quotidianità. Restituire ai più piccoli la possibilità di divertirsi, esplorare il mondo e conoscere sé stessi è forse il regalo educativo più grande che possiamo fare.
Educare alla lentezza: una sfida per i genitori moderni
Per molti adulti, fare un passo indietro può sembrare un errore. In realtà, rallentare è un atto rivoluzionario. Significa scegliere di ascoltare i bisogni dei propri figli, anche quando vanno controcorrente.
Vuol dire dire “no” a un’attività in più e “sì” a un pomeriggio di gioco libero, senza l’ansia di dover produrre risultati.
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Questo tipo di educazione alla lentezza, empatica e rispettosa, non implica rinunciare all’ambizione, ma piuttosto costruire basi solide per una crescita armoniosa.
La dichiarazione di Joël Dicker ci invita a riflettere: siamo davvero sicuri che “di più” significhi “meglio”? Forse è il momento di rimettere al centro il valore dell’infanzia, fatta di sogni, libertà e scoperta. Perché ogni bambino ha diritto a essere felice prima ancora che eccellente.
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