Bonus papà 2018: 400 euro per il congedo parentale paterno

Il problema della maternità in relazione al lavoro è decisamente attuale e sempre scottante. I dati parlano chiaro. Secondo la direzione territoriale del lavoro di Torino nel 2016 più di 700 lavoratrici dipendenti si sono dimesse dopo esser diventate madri.

Progetto RI.ENT.RO: promuovere la genitorialità da ambo i lati

Il progetto RI.ENT.R.O., sigla che sta per Rimanere Entrambi Responsabili e Occupati, è un intervento attuato dalla regione Piemonte volto a favorire il rientro al lavoro delle mamme. È un esperimento pianificato dalla Regione con un budget di 500.000 euro provenienti da fondi regionali ed europei che consiste nell’erogazione di una somma di denaro alla coppia che ha messo al mondo, adottato o preso in affidamento un bambino qualora il padre usufruisca del congedo parentale. Non è un intervento unico nel suo genere. Infatti già nel 2011 ha visto alla luce sempre in Piemonte, un provvedimento simile chiamato “Insieme a papà” che ha erogato in 4 anni 274.850 euro.

In cosa consiste il bonus papà

Il bonus una tantum previsto dall’intervento RI.ENT.R.O. viene elargito per di facilitare il reinserimento della mamma al lavoro, per promuovere la condivisione delle responsabilità genitoriali e, ovviamente, per aiutare economicamente il nucleo familiare visto che, spesso, il padre guadagna più della mamma. Il progetto RI.ENT.R.O., inoltre, è compatibile con il Bonus mamma domani di 800 euro.

La somma dell’incentivo è pari a 400 euro per ogni mese di congedo parentale usufruito dal padre (fino a 12 mesi) mentre la madre riprende a lavorare. I requisiti sono unicamente quello di essere genitori naturali, affidatari o adottanti.

Il bonus viene elargito alla fine del congedo parentale del padre in un’unica soluzione direttamente sul conto corrente indicato alle madri lavoratrici autonome, titolari o socie di piccole imprese e dipendenti del settore privato. Nell’ottica di favorire una parità di genere davvero equa anche nel contesto della genitorialità questo esperimento potrebbe essere, in futuro, esteso anche al resto d’Italia. Tramite questo esperimento si cerca di dare sostegno alla mamma che vuole coniugare professione e famiglia.

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