Chat di classe: 5 tipi di mamme e 5 regole auree

Dopo la paura del parto, quella della morte di sonno, o dell’allattare sino a che stato di famiglia non ci separi, l’ultimo terrore di una mamma è causato da quella frase lì: “Scrivete su questo foglio i nomi di tutte, così facciamo una chat di classe.

La nostra paura è palpabile nell’aria, si avverte quel tipico silenzio profondo, prima che venga sganciata la bomba.

Anni e anni di rivendicazioni del diritto alla disconnessione se ne vanno a gambe all’aria, alle tre di una notte qualunque, quando arriva l’ennesima notifica della fiera di beneficienza del giocattolo di legno, organizzata dalla mamma della nonna del marito del papà del bambino che va in classe con la sorella dell’amico di nostra figlia!

Chi non ha paura della chat di classe è una donna ingenua, troppo ingenua, per stare al mondo!

Sappiamo che la chat di classe non va demonizzata in modo assoluto, come non dovremmo fare manco con la cellulite, le smagliature e le zampe di gallina, ma questa è un’altra storia. Però ci vogliono delle regole ( che molte fanno finta di non conoscere) affinché si possa convivere con le notifiche utili, in orari lontani dai pasti, no perditempo, che certamente possono essere fonti di scambi di informazioni interessanti.

Chat di classe: 5 regole per evitare il conflitto armato

Onestamente, con entrambe le mie figlie, sino ad ora, toccando ferro e con cornetto rosso di ordinanza, sono stata assai fortunata. Le mamme ed i papà delle classi che, sino ad ora, toccando ferro e con cornetto rosso di ordinanza, sono stati estremamente garbati dentro e fuori le chat. No discussioni inutili, no polemiche, no discriminazioni, no chat stile bidone dell’immondizia.

A parte qualche piccolissima sbavatura, davvero trascurabile perché nessuno è perfetto ci mancherebbe, sino ad ora, toccando ferro e con cornetto rosso di ordinanza, non ho mai dovuto mettere elmetto ed armatura, per affrontare le chat delle varie classi. Ma sappiamo tutte che questa è un’eccezione non la regola. Le cose, nelle chat di classe, spesso prendono una brutta piega a causa della mancanza di regole appunto. Quei principi di buona creanza, di educazione base, in grado di creare un effetto a catena.

Ecco le 5 regole da rispettare nelle chat di classe:

1. No vocali

2. No video / foto del proprio figlio

3. No dire sempre la propria

4. No ringraziare mai

5. No indifferenza

Primo punto: non si può mandare vocali a venti persone. Non vale nessuna scusa, manco l’essere rincorse da uno scippatore. Se tutti ci mandassimo vocali, ve lo assicuro, nessuno ascolterebbe più nulla e la chat diventerebbe solo il bidone dentro il quale lasciare traccia della propria voce.

Secondo punto: vostro figlio è bellissimo ma non lo vogliamo vedere sullo schermo del nostro telefono. Ci bastano i nostri. Tra l’altro, che fine facciano foto e video di vostro figlio in mutande, sul water et similia, ve lo siete mai domandato? Beate voi che state serene.

Terzo: non è necessario dire sempre la propria come spirito di contestazione. Non è il contesto, la chat di classe, per fare un braccio di ferro. Non è una gara a chi è più intelligente, Lasciate andare, ogni tanto.

Quarto: va bene che la chat di classe è informale e deve essere snella, senza continui grazie-prego-non c’è di che. Ma ogni tanto, ricordatevi che di dovuto non c’è nulla.

Quinta regola: evitiamo di essere così indifferenti, assenti, rispetto a qualsiasi argomento, da domandarsi se voi siate morte o vostro figlio abbia cambiato classe, scuola, nazione, contiene. Fregarsene non è sinonimo di essere pratiche, di essere più impegnate, ma è solo sinonimo di fregarsene appunto. Del proprio figlio e della comunità nella quale è inserito.

Chat di classe: i 5 tipi di mamme dominanti

Prima di vedere quali sono i 5 tipi di mamme che più comunemente sono “incontrabili” nelle chat di classe, una dovuta precisazione. Nelle chat non si parla delle nostre mestruazioni, non ci scambiamo informazioni sulla nostra menopausa. Si parla di scuola, circolari ministeriali, orari e giorni di chiusura, per cui direi che, trattandosi di contenuti no gender, se la mamma non è vedova, il partner è il benvenuto ad esercitare i propri doveri.

Ecco i 5 tipi di mamme delle chat di classe:

1. La primipara

2. La mamma di tre figli

3. La mondana

4. La mamma lavoratrice

5. La bravo questo papà

La prima è la mamma alla primissima esperienza, in tutti campi. Ci siamo passate tutte e non c’è nulla di male. Lei si riconosce dal fatto che si meraviglia in positivo quanto in negativo di tutto. Il problema è quando è in negativo, perché è capace di sollevare polemiche per il pidocchio dell’amica della sorella, del cugino, del nonno, dello zio dell’amichetto del figlio che vive in Australia, non sia mai si contagi il figlio della sorella dell’amico del proprio bambino che non va a scuola da un mese.

La seconda è quella che ha più figli della media e te lo deve dire in tutte le occasioni, anche se non ce ne è alcun bisogno. Tu hai fame, ma lei di più perché ha tre figli. Tu hai sete, lei di più perché ha tre figli. Tu devi correre a fare la spesa, ma lei di più perché ha tre figli. I tre figli quasi esauriscono la conversazione che, di fatto, viene sempre chiusa da lei con il numero tre. Soprattutto, i tre poveri pargoli rappresentano la scusa legittima a non voler essere inclusa nella chat, perché lei non ha tempo, avendo tre figli.

La terza è quella che sa tutto: dalle mostre per bambini agli eventi mondani e questo è meraviglioso. Vuole partecipare a tutto con e senza figli e questo è meraviglioso. Il problema è che, alle tre di notte come alle sette di domenica mattina, lo scrivere in chat, inviando una serie di locandine, allegati e pdf rispetto ai quali guardare un Excel di lavoro è più rilassante.

La quarta è la mamma che ha la smania di rivendicare la propria funzione sociale nel mondo. Non è mai una cassiera della Conad, una ragioniera sotto pagata, un’impiegata in cassa integrazione. Nella chat di classe le mamme che si qualificano sono solo quelle con le professioni più osannate: medico, giudice, notaio e compagnia bella. Loro sottolineano che lavorano, per cui la conseguenza è sempre che non possono. Non sanno manco di che caxxo si stia parlando, ma loro non possono, perché lavorano.

L’ultima è una delle mie categorie preferite. Le chiamo le maschio. Sono le donne che pensano e vivono come fossero il maschio alfa. Sono quelle che nella chat esultano perché c’è un papà e non si tratta di un vedovo eh! Si tratta semplicemente di un uomo nato negli ultimi trenta-quarant’anni e che partecipa alla vita del figlio, senza per fortuna farsi chiamare mammo. Ma ci penserà la maschio a chiamarlo mammo, non preoccupatevi, ricordandovi che lui è un bravo papà perché si è iscritto in chat, voi siete delle mamme di merda perché esistete.

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