È nata Alessandra, la prima bimba italiana venuta alla luce dopo trapianto di utero

Si chiama Alessandra la prima bambina nata in Italia dopo procedura di trapianto dell’utero. Si tratta di appena il sesto caso al mondo di tale tipologia e appunto della prima volta in un ospedale italiano in cui venga completata con successo la gravidanza in una donna che aveva precedentemente subito un trapianto di utero da una donatrice deceduta.

Alessandra e la mamma oggi sono stabili e mantenute sotto attento controllo sanitario all’Ospedale Cannizzaro di Catania.

Il primo caso in Italia e la piccola Alessandra

Nel 2020 la mamma della piccola Alessandra fu sottoposta ad un delicato intervento di trapianto di utero da donatrice deceduta.

Si tratta in tal senso del primo caso italiano e di appena il sesto completato in tutto il mondo. Oggi la donna ha potuto dare alla luce la sua bimba, chiamata appunto Alessandra, presso il reparto Ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Cannizzaro di Catania.

La donna oggi 31enne a causa di una patologia congenita denominata sindrome di Rokitansky, era priva di utero e non avrebbe così potuto partorire un figlio. Due anni fa ecco però la decisione coraggiosa e del tutto nuova di condurre a termine un’operazione di trapianto gestita da un’equipe medica multidisciplinare che coinvolse i professori Pierfrancesco Veroux, Paolo Scollo, Massimiliano Veroux e Giuseppe Scibilia.

Procedura sperimentale e fecondazione assistita: Alessandra ora simbolo di speranza

L’intervento a cui la mamma di Alessandra è stata sottoposta rappresenta una procedura sperimentale dallelevato coefficiente di difficoltà, come spiegato dagli stessi professori che l’hanno eseguita.

Il trapianto già di per sé estremamente complesso da gestire è anche stato ulteriormente complicato dal Covid. La paziente infatti ha contratto il virus ed è prontamente stata ricoverata in Ginecologia all’Ospedale Cannizzaro di Catania.

La donna e il marito avevano seguito per circa due anni un procedimento di fecondazione assistita omologa mediante ovociti conservati, ma la febbre alta indotta dal Covid ha causato contrazioni tali da spingere la squadra medica a optare per l’immediato taglio cesareo alla 34esima settimana.

Oggi mamma e bimba sono in condizioni stabili nell’unità di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Catania, dove la piccola Alessandra è sottoposta a terapia antibiotica e ad assistenza respiratoria costante.

Proprio la bimba, battezzata con lo stesso nome della donna di 37 anni deceduta per arresto cardiaco e donatrice dell’utero, rappresenta un simbolo di notevole speranza per tutte quelle donne senza utero che potranno così invece condurre a termine una normale gravidanza e divenire mamme.

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