Pericoli e imprevisti, Alberto Pellai: ‘Lasciamo andare i nostri figli, altrimenti non c’è crescita’

Negli ultimi giorni sarà capitato a chiunque di leggere articoli che raccontano di tragedie avvenute a giovani e giovanissimi. Capita sempre più spesso che, a seguito di stupidaggini o scherzi del destino, alcuni ragazzi rimangano coinvolti in vere e proprie disgrazie.

Ecco che il dilemma che attanaglia ogni genitore torna di grande attualità: meglio lasciare liberi i ragazzi o controllarli per tenerli lontani dai pericoli? Lo psicoterapeuta e scrittore Alberto Pellai ha provato a dare una risposta una volta per tutte.

Fatti di cronaca degli ultimi giorni

Ogni genitore cerca di proteggere il proprio figlio tenendolo al sicuro da ogni pericolo. Spesso c’è la convinzione di non fare abbastanza, specialmente quando si leggono certe notizie.

Una ragazza di appena 16 anni è infatti morta al suo campo scout pochi giorni fa, schiacciata da un albero caduto sopra la sua tenda. Il fatto è avvenuto in Val Camonica e ha destato molto scalpore in tutto il paese.

Lo stesso si può dire per la notizia di Christian e Chiara, due ragazzi di 19 anni morti tragicamente in un incidente stradale a Varese a causa della pioggia battente.

È proprio in questi casi che un genitore si chiede come fare a proteggere i propri figli e se limitarne le uscite sia un buon espediente per tenerli al sicuro.

Le parole di Alberto Pellai per i genitori

Tramite un post su Facebook, il celebre scrittore e psicoterapeuta ha commentato i fatti degli ultimi giorni cercando di dare una risposta definitiva ai genitori.

Ho scritto queste parole perché ho ricevuto molte richieste da tanti genitori pieni di ansia e preoccupazione di fronte alle partenze dei figli in queste due settimane, a causa di ciò che il meteo ha provocato in moltissimi luoghi.

L’ho fatto anche per tutte quelle famiglie e quei ragazzi e ragazze che hanno vissuto momenti di paura, terrore, angoscia e possibile traumatizzazione diretta o indiretta.

Nel suo post Pellai mette in evidenza come questo sia il periodo più difficile per essere genitori. I figli vanno in vacanza da soli, frequentano i campi scout o altri campi estivi o partecipano a competizioni sportive stando fuori casa per molti giorni.

Non sempre si hanno notizie quotidiane e la preoccupazione è un sentimento fisiologico. Un pensiero più ricorrente è comune a ogni genitore: come fare ad essere sicuri che non accada niente di male?

Sicuramente la soluzione non è privarli di queste esperienze, che sono al tempo stesso educative e formative. Limitarne la libertà avrebbe un effetto controproducente, spingendoli ad osare nelle poche occasioni che hanno a disposizione.

Pensiamoci bene: da quando li mettiamo al mondo, i nostri figli devono attraversare il territorio del rischio. Senza rischio non può esserci crescita. L’iperprotezione è quell’attitudine genitoriale per cui mi tengo sempre un figlio a portata di sguardo. So dov’è, so cosa fa, controllo ogni sua mossa ed eventuale rischio. Ma questa attitudine in realtà distrugge la crescita di un figlio.

Vivere appiccicati ai genitori che ti iperproteggono è l’esatto contrario di ciò che serve ad un figlio per diventare grande. Perciò? Perciò dobbiamo correre il rischio di provare ansia.

È quindi importante lasciare loro lo spazio necessario per esprimersi, educandoli a casa sul come comportarsi e su quali comportamenti evitare.

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