Abbracci tra mamma e papà : cosa fare se un bambino è geloso


Non è infrequente ascoltare storie di genitori che raccontano che il proprio figlio esprime gelosia di fronte a gesti di affetto manifestati nella coppia. Comprenderemo insieme i principali significati della gelosia, attenzionando gli aspetti che potrebbero non riguardare un processo fisiologico ma indicare disagi sommersi.

Le prime due scoperte del bambino

È sorprendente riflettere su come, sin dalla nostra venuta al mondo, l’identità e la relazione siano interconnesse, legate da un filo rosso che si muoverà e modificherà nell’arco della vita senza mai sciogliersi. Si nasce e si cresce nella relazione.
La prima scoperta per un bambino riguarda il riconoscersi come identità separata dal corpo materno, la seconda scoperta prevede l’introduzione della figura paterna, il bambino scopre che affianco a mamma esiste un papà.

Edipo e Elettra

Tendenzialmente tra i tre e i cinque anni è fisiologico che nel bambino insorga gelosia nei confronti della mamma e rivalità con il papà, e nella bambina viceversa. Non è una regola rigida, e non esiste un solo percorso di sviluppo ma assumeremo il riferimento del processo edipico come cornice di riferimento, che al suo interno trova sfumature differenti che rispecchiano la soggettività del bambino, la storia familiare e la dinamica di coppia genitoriale.

Il complesso di Edipo (di Elettra al femminile) riguarda la competizione che un figlio inconsciamente nutre per il genitore dello stesso genere e la proiezione amorosa nei confronti del genitore del genere opposto. Questa dinamica è connessa anche all’identità sessuale e rappresenta una fase “fisiologica” nello sviluppo emotivo di un bambino.

La gelosia veicola un processo importante di costruzione dell’identità e del senso di appartenenza familiare del bambino, in cui da una parte ricerca rassicurazione circa la presenza e l’amore dei genitori verso di lui, nonché lo specchio di un’immagine di sé amabile, dall’altra testa inconsapevole il legame di coppia, ricercando la sua
posizione all’interno della più complessa architettura familiare.

Come reagire alla gelosia dei propri figli?

Spesso i genitori istintivamente per proteggere e rassicurare i propri bambini rinunciano a dimostrazioni d’affetto di coppia di fronte a loro. È invece fondamentale compiere tre passaggi, introducendo la dimensione del gioco e dell’ironia nella gestione delle espressioni di gelosia.

1) Continuare a manifestare affetto tra mamma e papà permetterà al bambino di riconoscere l’esistenza della coppia, come dimensione altra e separata da lui. Ciò non costituisce un movimento di esclusione ma rappresenta la vera
rassicurazione. Un bambino eccessivamente coinvolto nella coppia genitoriale sarà un bambino che non percepirà un confine tra sé e gli adulti e potrà sperimentare vissuti di iper-responsabilizzazione, ansia, onnipotenza e solitudine.

2) Affiancare ai gesti affettuosi di coppia momenti di manifestazioni affettive a tre, in cui il bambino si senta riconosciuto, accompagnato e affiancato dai suoi genitori, incluso in una dimensione familiare, diversa da quella di coniugale.

3) Prevedere momenti di esclusività del bambino con ciascuno dei due genitori, condividere esperienze solo con mamma e solo con papà. Le due figure genitoriali non sono interscambiabili ed è importante che il bambino instauri una relazione unica con ciascuno dei due.

Quando la gelosia diventa un campanello d’allarme?

La gelosia non costituisce, come abbiamo visto, di per sé un sintomo psicopatologico ma può rappresentare l’espressione di un malessere più profondo. È importante richiedere un aiuto specialistico quando:

  • La gelosia diviene una manifestazione cronica, immodificabile nel tempo e accompagnata da intensi vissuti di rabbia.
  • Quando la gelosia è accompagnata da distanza con un genitore e protezione e attaccamento eccessivo verso l’altro.
  • La gelosia si tramuta in possessività e difficoltà nei movimenti di autonomia e separazione da una figura genitoriale.

Freud individua nel complesso edipico una tappa di qualsiasi sviluppo psichico. Il complesso edipico, letto metaforicamente, è una cosa formidabile in cui si imparano due dimensioni fondamentali dell’esistenza umana che sono rispettivamente: l’identità e la relazione.
Se io non ho identità non so chi sono, se io non ho acquisito la struttura della relazione non so rapportarmi con gli altri

(Umberto Galimberti)

A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini

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