Le tecniche per insegnare al tuo bimbo ad ascoltare

Vorresti che il tuo bambino ti ascolti quando gli insegni come comportarsi, quando gli parli di un argomento per lui nuovo, quando gli chiedi attenzione? Ebbene, la pretesa di un’attenzione estrema, il pendere dalle labbra, è chiedere troppo, magari ad un bambino che in quel momento vorrebbe guardare il suo cartone animato preferito o giocare con le macchinina o con le bambole. L’ascolto però è fondamentale in un rapporto a due e si può conquistare la loro attenzione se alla base poni una condizione fondamentale: il tuo bambino ti ascolterà se saprai ascoltarlo.

Non è scontato tutto ciò: anche l’ascolto è una forma d’apprendimento e l’apprendimento è spesso frutto di un rapporto di imitazione, quindi, il bambino imparerà ad ascoltarti se tu allo stesso tempo, in un rapporto di inter-scambio relazionale, lo ascolterai, mostrandogli così che l’ascolto è importante.

L’educazione all’ascolto come imitazione tra genitori e figli

Io imparo ad ascoltarti se tu impari ad ascoltare me: in questo rapporto si esplica la psicologia relazionale tra genitori e figli e ciò è emerso in un’intervista con due pedagogiste, le dottoresse Elisabetta Rossini ed Elena Urso le quali sostengono con forza questo assioma. L’ascolto è quindi frutto di un’educazione specifica e tu come mamma potrai focalizzarti su questa regola ispirata da alcuni piccoli consigli. Ecco quindi alcuni semplici trucchetti per far sì che l’ascolto del tuo bambino venga stimolato verso un dialogo costruttivo.

10 consigli per aumentare la capacità di ascolto di tuo figlio

1 – L’avrai già focalizzato: l’ascolto si manifesta in un rapporto di interscambio. Se sin dalla tenera età ascolterai il bambino, proporzionando ciò che ti vuole trasmettere sia a livello lessicale che comportamentale, il bambino capirà che l’ascolto può divenire la soluzione alla risoluzione dei problemi.

2 – Usa frasi brevi ma dirette: rapporta sempre all’età la tua comunicazione. Arriveranno in futuro i tempi in cui la dialettica aumenterà gradualmente sino ad un rapporto maturo. Nell’età più acerba sii diretta: il bambino ancora non ha la capacità di intendere l’astrazione come allegoria lessicale.

3 – Il tempo deve essere definito nelle azioni che compirete: il bambino infatti non ha la percezione del futuro ma vive il presente, quindi sarà importante nel vostro rapporto un’anticipazione delle azioni.

4 – Abitualo sin da piccolo a raccontare la sua giornata, gli episodi buffi capitati all’asilo o alla scuola materna, sforzalo nel racconto e ascoltalo attentamente, commentando, anche scherzosamente, gli episodi focalizzati nel suo mondo.

5 – Offrigli la possibilità di poter scegliere e nel farlo ascoltalo nei suoi commenti. Aiutalo ancora una volta a sforzarsi di esprimersi ed in ciò sii partecipe. “Per cena preferisci la pastina in brodo o un risotto?”. “Perchè preferisci la pastina?” “Ci sono altri cibi che gradiresti? Parlamene!“. Questo è un buon approccio composto da frasi di ascolto e comunicazione alternata e reciproca.

6 – Quando è il tuo momento di parlare, pretendi l’ascolto dal tuo bambino, così come dovrai fare tu durante le comunicazioni del tuo bambino.

7 – Quando tu o il papà parlate al vostro bambino, dovrà imparare ad attendere il suo turno per rispondervi o intervenire nel dialogo.

8 – Date il buon esempio per primi perché spesso l’apprendimento avviene per comparazione e imitazione.

9 – L’ascolto non dovrà prescindere dall’empatia delle sue emozioni: se piange, prima consolatelo stringendolo a voi, poi arriverà il momento delle spiegazioni. Stessa cosa se ride: ridete con lui e partecipate al momento comico, poi fatevi spiegare il motivo.

10 – Spesso un discorso infantile prevede situazioni surreali: cercate di capire tra le righe ciò che vuole comunicarvi e non zittitelo subito, dicendogli che non c’è un senso. Così facendo il bambino perderebbe il rispetto per l’interscambio comunicativo e la fiducia in se stesso.

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