Mamme-bambine senza diritti: il triste rapporto di Save the Children

Save the Children ha portato a termine un’indagine circa le condizioni di vita delle giovani donne nei paesi in via di sviluppo. “Giovani donne” per usare un eufemismo, poiché i dati raccolti da Save the Children riguardano bambine e ragazze la cui età va dai 19 anni in giù, fino ai 16, 15, 14 anni. Adolescenti e ragazzine che vengono private del diritto a un’infanzia felice e a un futuro: i dati emersi dal rapporto stilato da Save the Children sono tristi e scioccanti.

Un mondo ancora pieno di mamme-bambine

Dall’India al Nicaragua, dal Sierra Leone all’Afghanistan: sono tantissimi, i Paesi in via di sviluppo in cui adolescenti poco più che bambine si trovano nelle condizioni di doversi sposare, rinunciare agli studi, fare figli. Ragazzine che cullano tra le braccia anziché delle bambole, i loro neonati: ancora oggi, nel 2017, i numeri sono spaventosamente alti.

Secondo l’indagine condotta da Save the Children, due milioni e mezzo di bambine e ragazzine danno alla luce un figlio prima di raggiungere i 16 anni, mentre sono 16 milioni e mezzo le adolescenti, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che si trovano costrette ad affrontare una gravidanza. Ma queste cifre assurde non si fermano qui: sono 62 milioni le giovani donne che si vedono negato il diritto allo studio. E ogni anno, in tutto il mondo, 12 milioni di ragazzini sotto i 18 anni vengono date in sposa.

Le condizioni di vita delle mamme-bambine nei paesi in via di sviluppo

Nei Paesi in via di sviluppo, essere donna è una condizione difficile e spesso assume connotati drammatici. Le mamme-bambine inoltre rischiano gravi rischi per la loro salute: le complicazioni insorte durante la gravidanza e il parto provocano 70mila morti l’anno tra le giovani donne.

A questo si sommano le violenze a cui tante bambine e donne sono costrette: ancora oggi, le mutilazioni genitali vengono inflitte in tantissimi paesi. Save the Children ha calcolato che possono esserne vittime 30 milioni di ragazzine, in un lasso di tempo stimato che va dal 2016 al 2026.

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *