Le mamme digitali e la sfida dell’usato per bambini

Sono tante le mamme che, durante o dopo la gravidanza, hanno scelto di intraprendere una nuova avventura, incentrata sul loro nuovo ruolo di genitrici. Come Federica Migliorini, fondatrice di MaMì Club, anche altre neomamme si sono buttate nella mischia, creando attività di successo

Molte di esse si basano sullo scambio e la vendita di abiti usati per bambini. 

La crisi dei negozi

Negli ultimi anni, complice la crisi, si è registrata una profonda crisi nel settore dell’abbigliamento per bambini, in particolare per quanto riguarda il commercio al dettaglio, tanto che a Milano i punti vendita sono scesi dagli 87 del 2012 ai 67 di oggi. 

Una delle concause di questo fenomeno è il commercio online, che, invece, ha registrato un’impennata. 

Il fenomeno dell’usato per bambini

Solo quando nasce un bambino ci si rende conto della mole di oggetti (sopratutto abiti) che si rende necessaria ma che, complice il rapido sviluppo del piccolo, viene dismessa dopo periodi di utilizzo relativamente brevi. Anche per questo, i vestitini, ma anche passeggini ed altri accessori, non si usurano eccessivamente, rimanendo praticamente nuovi. 

In tempo di crisi, quando i soldi scarseggiano, le mamme, anziché occupare sgabuzzini e soffitte con oggetti che non servono più, spesso decidono di liberarsene, regalandoli o rivendendoli.

Per questo, quasi in ogni città sono nati gruppi Facebook di vendita e scambio di oggetti e abiti per neonati che sono nati in questi anni. Alcune mamme, però, hanno deciso di spingersi oltre, avviando delle vere e proprie attività di e-commerce dedicate alla vendita e allo scambio di abiti usati per bambini. 

Mamme digitali alla riscossa! 

Tra queste “pioniere del web“, che in una mano tengono il biberon e con l’altra digitano sul pc, ci sono Eleonora Dellera, che assieme al marito David Erba nel 2011 ha dato il via all’impresa di successo Armadio Verde, e Andrée Pedrotti Koen, fondatrice del sito LaSoffittadiGi.com, che opera sul territorio milanese

La prima è un’impresa solida e ben avviata, che, sebbene abbia dovuto chiudere l’unico punto vendita aperto in zona Navigli per mancanza di fatturato, impiega 15 addetti alla logistica tra Genova e Milano e sul web va alla grande. La seconda è una realtà più recente ma che sta già riscontrando un grande successo, tanto che la sua fondatrice sta pensando di acquistare un furgone per le consegne. 

Voi mamme cosa ne pensate? Siete favorevoli allo scambio di oggetti usati? 

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