Mamme e papà: la parità inizia dall’affermazione personale

Nella mia personale scala di valori educativi tra i primi posti c’è la volontà di trasmettere a mio figlio che in casa, in una famiglia, non ci sono ruoli diversi tra padri e madri.

Mi piacerebbe che crescesse con la convinzione che per un uomo stare a casa, svuotare la lavastoviglie, apparecchiare e cucinare è una possibilità e che una donna invece, se è lei a volerlo, può inseguire la sua carriera senza doversi giustificare con nessuno.

In generale mi piacerebbe che pensasse che ogni individuo, uomo o donna, possa fare della sua vita quello che crede, lontano da stereotipi e giudizi e che no, non è scritto da nessuna parte che un padre non può accudire i propri figli mentre la mamma lavora.

Soprattutto mi piacerebbe che crescesse con la consapevolezza che la parità dei ruoli in famiglia significa, non tanto decidere chi deve rifare il letto, ma avere la possibilità di affermarsi, qualsiasi cosa affermarsi significhi per ognuno di noi.

Avere la possibilità di scegliere, non limitarsi solo perché si è un padre o una madre, avere la libertà di scegliere di starsene a casa anche se si è un uomo, se si vuole e se si può.

Mi piacerebbe che per lui fosse normale, sempre di più, trovare un uomo ai fornelli e una mamma al computer perché, vorrei capisse, in ogni casa ci sono regole proprie ed equilibri che calzano più o meno bene ad ogni situazione e che nessuno può decidere quello che è giusto per noi solo in base all’esser nati maschio o femmina.

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