Quando la maternità surrogata diventa una “fabbrica di bambini”

Una borsa firmata in cambio di una maternità surrogata. Queste è la realtà agghiacciante che emerge da una reportage pubblicato da The Paper ed è ciò che accade in Cina, in modo particolare nei villaggi, dove fare la madre surrogata sembra essere diventato un vero proprio mestiere per le donne più povere a favore delle famiglie facoltose. Il diritto alla maternità estremizzato mette in atto un sistema che assomiglia ad una vera e propria fabbrica di bambini.

Il nuovo lavoro delle donne cinesi: la gravidanza surrogata

The Paper racconta di 100 donne rimaste incinte contemporaneamente nello Hubei, in Cina. Purtroppo non si tratta di un caso fortuito di lieti eventi, bensì del dilagare esasperato della maternità surrogata. Spesso succede che, all’interno di una famiglia con poche possibilità economiche, la suocera intraprenda una gravidanza surrogata e vivendola come la risoluzione di ogni problema di ristrettezze finanziarie, spinga anche la giovane nuora a fare altrettanto. Così anche più donne di una stessa famiglia si ritrovano ad offrirsi come madri surrogate e a vivere la gravidanza insieme. Giusto il tempo che il bambino nasca e ritornano a pensare alla prossima maternità.

Se questa situazione non fosse già abbastanza preoccupate, The Paper spiega che appena finiscono i soldi le donne affittano nuovamente il loro utero.

La complicità delle autorità

Non va dimenticato che in Cina la maternità surrogata è considerata illegale. Viene da chiedersi come mai non intervengano le autorità. Dietro alla “fabbrica di bambini” c’è un vero e proprio impero che permette di coprire gli occhi anche alle autorità. Basti pensare che una coppia sborsa dai 45 mila e i 128 mila euro per un utero in affitto. A gestire l’intera operazione sono delle agenzie che garantiscono la possibilità di scegliere il sesso del nascituro e di far abortire la madre surrogata in caso di malformazioni fetali. Alla donna che presta il proprio corpo viene pagato un compenso fino ai 13 mila euro che, come afferma una ragazza cinese che ha affittato il proprio utero, si tratta di una somma irraggiungibile svolgendo altri lavori.

Anche in questo risultato l’offerta è così abbondante per stare al passo con la domanda: si è stimato che oltre 15 milioni di coppie non riescano ad avere figli. Oltre a questo dato, relativo all’infertilità cinese, anche l’abolizione della regola precedentemente vigente in Cina circa il figlio unico ha contribuito all’ascesa del disumano mercato nero delle gravidanze.

Che futuro ci aspetta se una nuova vita può essere scambiata con un capo firmato? Ai posteri l’ardua sentenza.

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