Padri in sala parto? Meglio di no. Ecco perché alcune mamme preferiscono un’amica

Non tutte le future mamme sono pronte a partorire con il compagno accanto. Per molte, infatti, avere il proprio partner in sala parto rappresenterebbe un ulteriore stress.

Meglio un’amica, la mamma oppure la sorella, una figura insomma che sappia supportarle davvero. Il trend sembra in forte crescita e la rivista inglese The Sun ha raccolto le testimonianze di tre donne, che hanno svelato perché hanno preferito lasciare il partner fuori dalla sala parto durante il travaglio (e tutto è andato benissimo).

Questione di “stomaco”

Molti uomini non sopportano la vista di sangue. Ecco perché molti padri preferirebbero non assistere alla nascita dei loro figli proprio all’atto pratico.

E alcune mamme la pensano come loro. Sempre più donne scelgono infatti di lasciare il compagno fuori dalla sala travaglio, facendosi accompagnare da un amica o una parente.

Natasha Harding, editrice di 43 anni, ha raccontato di aver assunto una birth coach per 200 sterline per assisterla durante il parto del secondo figlio. Il marito, suscettibile al sangue e schizzinoso, secondo la donna non le sarebbe stato di aiuto, anzi. Quindi meglio optare per qualcun altro come Vikky, la birth coach. Anche il padre Paul è stato felice: “Non sento di essermi perso niente, ci sono cose che non volevo semplicemente vedere”.

Tre figli e sua sorella accanto: la storia di Emma Best

Tre parti, tutti maschi, e sempre con sua sorella Angela accanto. Emma Best, casalinga inglese, ha capito di preferire la sorella al compagno durante il primo travaglio e non per cattiveria.

In occasione della nascita del primo figlio, Emma aveva accanto a sè in sala parto sia la sorella che il compagno Rhys. Angela, anche lei mamma, ha saputo rassicurare e motivare la sorella Emma a tal punto da convincerla a volerla al suo fianco anche nei successivi due parti.

E il padre ne è stato più che felice: “Quando Emma mi ha detto che voleva sua sorella lì per la seconda volta, non mi sentivo come se mi fossi perso qualcosa, avevo già visto nascere il mio primo figlio. Sapevo che Angela avrebbe sostenuto Emma meglio di me”.

Meglio sole che…

Gail Russell, 46 anni designer di professione, è l’esempio che si può fare tutto da sole se si vuole così.

Non solo ha partorito senza nessun familiare o amico in sala parto, ha anche procreato da sola visto che si è sottoposta a fecondazione artificiale con sperma donato.

Una scelta che rispecchia la sua personalità: “Sono così abituata a fare tutto da sola, essere indipendente, che non potevo immaginare un parto diverso. Di sicuro non con il donatore. Anche se potrebbe sembrare spaventoso dare alla luce un figlio da sola, io non ho rimpianti”.

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