Paghetta: quando iniziare e quanto dare ai figli?

L’educazione finanziaria comincia già da piccoli ed è per questo che molte famiglie, in Italia, danno la paghetta ai bambini per trasmettere il giusto valore del denaro.

Ma a che età sarebbe meglio iniziare e quale dovrebbe essere un budget adeguato alla loro età?

In Italia 7 famiglie su 10 danno la paghetta ai bimbi

Uno studio del 2022 condotto da GoStudent e N26 ha fatto emergere un dato abbastanza significativo: 7 famiglie su 10 sono propense a dare la paghetta ai propri figli per permettere loro di fare acquisti personali, sempre però nel tentativo di responsabilizzarli.

Una parte dei genitori che hanno partecipato a questo sondaggio spiega che la paghetta non dipende dal rendimento scolastico dei figli e viene data a prescindere da qualche brutto voto o una cattiva condotta a scuola.

Un’altra percentuale, ancora, considera la paga come un incentivo per invogliare i figli ad avere buoni voti, mentre una piccola minoranza sostiene che andare bene a scuola costituisce un requisito fondamentale per meritarsi del denaro extra.

Altro aspetto da considerare è che la metà di queste famiglie è cosciente del fatto che questi soldi verranno usati dai loro figli per le uscite con gli amici o acquisti personali, il 25% di loro li conservano e solo il 16% li utilizzano per comprare libri, videogiochi o musica.

Paghetta ai figli: quanto bisognerebbe dare?

Secondo un’altra ricerca condotta da Facile.it, l’approccio delle famiglie italiane verso la paghetta per i propri figli minorenni sta registrando una trasformazione significativa, con un aumento notevole dell’importo medio mensile per i ragazzi nella fascia di età 15-18 anni, che ora supera i 70 euro. In media invece, considerando la fascia d’età tra i 10 e i 18 anni, i ragazzi ricevono quasi 54 euro al mese.

Questo incremento dovrebbe andare di pari passo con l’apprendimento di come gestire queste somme, non solo attraverso l’educazione tradizionale ma anche mediante l’adozione di strumenti digitali innovativi come le carte prepagate. Purtroppo i dati Ocse sulla “cultura finanziaria di base” racconta un’altra realtà: rispetto alla Germania, che ottiene 75 punti su cento, in Italia la cultura finanziaria ottiene solo 17 punti, ben sotto l’insufficienza.

È infatti fondamentale che l’ammontare della paghetta sia adeguato alle reali necessità dei giovani, incoraggiandoli a comprendere il valore del denaro, incentivando il risparmio e non solo la spesa.

Per determinare quanto possiamo dare come paghetta mensile, si potrebbe procedere facendo una lista di tutte le spese mensili e necessità accessorie dei figli, come le ricariche telefoniche, i soldi per uscite con gli amici, come cinema o pizza, oppure il carburante per il motorino. Una volta elencate tutte le voci, si potrebbe definire un limite di spesa per ciascuna, stabilendo così un budget mensile chiaro e sostenibile.

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La questione degli amici che ricevono una paghetta più cospicua non dovrebbe trasformarsi in una fonte di frustrazione o competizione per i nostri figli. Al contrario, questa differenza può diventare un’opportunità per i giovani di imparare il valore dell’autonomia e del risparmio. Invece di vedere negativamente queste disparità, si può incoraggiare i ragazzi a trovare modi creativi per incrementare i propri guadagni, forse attraverso piccoli lavori o attività extra, trasformando la situazione in uno stimolo per lo sviluppo di una maggiore indipendenza finanziaria e personale.

Perché dare la paghetta ai bambini e quando iniziare?

Questi sondaggi hanno quindi il merito di portare alla luce un tema molto importante come quello dell’educazione finanziaria.

Molte delle famiglie che hanno partecipato a questi studi sostengono che sia di fondamentale importanza trasmettere ai propri figli, sin da piccoli, il valore del denaro, associato anche al concetto di risparmio.

Sempre secondo l’indagine di Facile.it l’età media alla quale i bambini iniziano a ricevere la paghetta vera e propria dai genitori si attesta intorno ai 12 anni. Tuttavia, questo dato varia significativamente a seconda della regione geografica o dell’età dei destinatari.

Nello specifico, il 37,4% dei giovani ha cominciato a gestire una somma di denaro concessa dai genitori intorno ai 10 anni, una percentuale che si eleva al 41,1% nel Nord Ovest dell’Italia. Al contrario, circa uno su tre (31,9%) ha ricevuto la sua prima paghetta a 14 anni o in età ancora più avanzata, una proporzione che si intensifica fino al 40,7% nelle regioni del Centro Italia. Queste discrepanze sottolineano come l’approccio all’educazione finanziaria e alla gestione del denaro possa variare notevolmente in base al contesto geografico e culturale.

Una gran parte dei genitori, inoltre, avrebbe piacere che questo tema così attuale, soprattutto nell’ambito di una società che diventa sempre di più consumistica, fosse affrontato sui banchi di scuola e incluso nei programmi scolastici.

Tali tematiche, infatti, sono da sempre lasciate alle famiglie, contribuendo a generare una sorta di disparità sociale in quanto l’importanza del risparmio e il valore che va dato ai soldi, nella società odierna, rimane prerogativa di famiglie più istruite e abbienti.

La cultura finanziaria inizia da piccoli

Fortunatamente, l’educazione finanziaria sta guadagnando terreno nelle scuole di tutta Europa, Italia inclusa, dove è stata recentemente introdotta come materia a sé stante nell’ambito dell’Educazione Civica.

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Numerose sono le iniziative messe in campo in Italia per promuovere l’educazione finanziaria, grazie al contributo di entità prestigiose come la Feduf (Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, istituita dall’Abi), il Museo del Risparmio di Torino, la Banca d’Italia, le Poste Italiane e il comitato governativo Edufin.

Tra queste, spicca il mese dedicato all’educazione finanziaria, celebrato ogni anno in ottobre, che vede l’organizzazione di centinaia di eventi sull’intero territorio nazionale. Ma l’impegno non si esaurisce in un solo mese: durante tutto l’anno, infatti, scuole e istituti educativi ospitano seminari, lezioni tematiche, quiz interattivi e concorsi con premi speciali per stimolare l’interesse e la partecipazione attiva degli studenti.

Imparare a gestire un bilancio, anche se limitato a dieci euro a settimana, a comprendere i concetti di credito e risparmio, sono competenze fondamentali che contribuiscono a combattere l’ignoranza finanziaria, un problema diffuso tra la popolazione. Questo sforzo collettivo mira a preparare le nuove generazioni a un rapporto più consapevole e responsabile con il denaro, elemento chiave in una società che si orienta sempre più verso il consumo.

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