Scuola moderna, addio al riassunto?

Tempi che vanno, nuove abitudini che vengono. Un tempo, non troppo lontano a dire il vero, dalle aule si udiva la voce della maestra che leggeva un brano. Poi il silenzio. I bambini facevano il riassunto. Oggi sembra che quest’attività sia andata a estinguersi, persa tra i meandri delle nuove materie e delle scelte educative. Tablet, iphone, schermi ultrapiatti, tecnologie futuristiche, e poi i nostri figli non riescono a riassumere dei concetti. A lanciare l’allarme non è un fanatico della maestrina dalla penna rossa, ma un linguista con i controfiocchi, Ugo Cardinale, docente universitario.
 
A detta del linguista, chi non sa riassumere non è in grado di capire un concetto. E non è che questa sia una cosa così campata in aria. Un concetto o un fatto compreso si può riassumere con meno parole, ma mantenendone il senso. Oggi pare che questa capacità si sia persa. Non solo, sempre secondo il docente universitario, si tratterebbe di una serie di abilità messe in atto per ottenere un contenuto sensato, e breve per l’appunto. Si tratta quindi di un’abilità che si può, e si dovrebbe, apprendere sui banchi di scuola e che implica uno sforzo mentale di ri costruzione e di memoria notevole.

Quindi fare il riassunto, come lo si intendeva una volta, non è un mero esercizio tout court, è come una vera e propria palestra per la mente e per il linguaggio, uno stimolo di grande aiuto per tutti quei bambini con problemi cognitivi che, se stimolati nel giusto modo, potrebbero rendere molto di più. Un peccato davvero che questo esercizio vada a perdersi. Tempo fa si prospettava l’estinzione del corsivo, in virtù di quanto stava accadendo in alcuni Paesi dell’Europa che avevano introdotto nella scuola l’uso dello stampatello ed eliminato il corsivo adducendo come motivazione il fatto che in un’era digitalizzata come la nostra, l’uso del corsivo fosse sostanzialmente inutile.

Va bene seguire i tempi che cambiano, va bene la tecnologia, ma dimenticare quelle che sono anche considerate forme d’arte è una perdita del nostro meraviglioso patrimonio umanistico.

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