Taranto: un murales per ricordare i bambini morti di tumore

A Taranto, il famoso street artist Jorit ha realizzato un murales e lo ha dedicato ai bambini della città che sono morti di tumore. Sotto accusa l’emissione di fumi tossici da parte dello stabilimento ILVA.

Il bellissimo murales di Jorit

La facciata di un palazzo che si trova proprio nel cuore della città pugliese, in borgata Tramontone, mostra un murales con il volto di un ragazzino. Il suo nome era Giorgio Di Ponzio, e il 25 gennaio di 2 anni fa, all’età di 15 anni, è deceduto a causa di un sarcoma ai tessuti molli, collegato alle esposizioni prolungate nel tempo di emissioni nocive da parte dello stabilimento dell’ex ILVA.

La famiglia del ragazzo, che sostiene questa tesi, porta avanti ormai da tempo una battaglia contro l’inquinamento ed ha fondato una associazione, denominata Giorgioforever, proprio a questo scopo cercando di mettere in primo piano il rapporto stretto tra salute e lavoro.

Jorit è un giovane street artist napoletano, classe 1990, che da sempre si è battuto per cause di forte impatto sociale come quella tarantina e ha realizzato molti murales proprio nelle aree più disagiate e critiche delle città italiane. Sul murales dipinto a Taranto campeggia la scritta “Da Bagnoli a Firenze a Taranto. Insorgiamo. Basta ricatti. Vogliamo salute e lavoro. La nostra vita vale di più dei vostri profitti”.

Questa opera dell’artista campano si inserisce in un progetto, chiamato Trust-Taranto Regeneration Urban and Street, che punta alla riqualificazione della città e per il quale l’amministrazione comunale della città pugliese ha assegnato le facciate di alcuni edifici a 16 street artist di grande fama internazionale, dove esprimere il loro talento.

La dedica di Jorit a Giorgio ed agli altri bambini

Jorit ha dedicato il suo murale a Giorgio ed agli altri i bambini ammalati di tumore che vivono nelle vicinanze di stabilimenti siderurgici, oltre che di altre possibili fonti di inquinamento dell’ambiente circostante.

Tra questi dunque anche l’Italsider di Bagnoli, che è stata chiusa in maniera definitiva nei primi anni 90’ e che ancora oggi, così come Taranto paga con vite umane lo scotto dell’inquinamento ambientale che è durato decenni.

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