Babyloss Day 2016: Lettera alla figlia che ho perso troppo presto

Vi voglio raccontare la storia di una bambina speciale, Malaika , 3.440 kg, 50 cm, figlia di R.S. e M.G. , sorellina di D.G., dalle labbra a cuoricino e le guance paffutelle, morta chissà quando e dove, e poi nata il giorno 11 luglio, alle 20.46 all’ ospedale di Castellaneta alla 36esima settimana.

È il 15 ottobre. Un giorno come tanti in quest’ autunno che incede. Non per noi: è il BABYLOSS DAY in tutto il mondo. Accenderemo una candela per creare un fascio di luce magico che ci unisca idealmente a tutti coloro che hanno una storia da raccontare, simile alla nostra. È la storia dei bimbi nati morti, ma io credo sia meglio dire morti e poi nati. Ti omaggiamo con questa lettera aperta, MALAIKA, venuta al mondo senza far rumore.

Era estate ma dentro me sentii il gelo dell’ inverno più triste di tutta la mia vita.

“Batte? Mi dica che il suo cuore batte!” Gli sguardi impietriti mi risposero. Malaika era morta e dovevamo aspettare che la facessero nascere. Come si può morire prima di venire al mondo? In silenzio e con gli occhi chiusi. La luce era accesa nella sala operatoria, in quella sera buia e disperata.  Sembrava dormisse la nostra bambina speciale con le labbra a cuoricino. E l’ho baciata, questo lo ricordo.

Ma il torpore di una leggera anestesia m’ impedì di vederla e quel primo e ultimo bacio, mi sembrò solo l’epilogo di un brutto incubo. Mi portarono in stanza e fu lì che ormai desta, mi resi conto con dolore graffiante nel profondo dell’ anima che non l’ avrei mai avuta la culletta di fianco al mio letto. Chiesi di vederla. E tra le mie braccia le trasmisi tutto l’ amore di un’ intera vita.                                                                                        

Malaika, nessuno ci ha messo il braccialetto eppure io sono ancora la tua mamma. Malaika, nessuno ha pronunciato il tuo nome se non per il certificato di morte. Malaika, non sei solo “ il feto” di R. S.  ma una bambina, la mia, morta e poi nata all’ ospedale di Castellaneta. La nostra bambina speciale che non abbiamo sentito piangere.

E allora dico grazie a quell’ infermiera che mi ha abbracciata quando nell’ istante in cui ti ho tenuta su di me, ho creduto di essere morta anch’ io. Dico grazie a quel dottore, dagli occhi buoni che mi ha accarezzata ma non ha proferito parola. Nessuna parola. A quella dottoressa che con voce rotta dall’emozione mi ha chiesto scusa per quelle sue lacrime dopo averti vista, Malaika. Dico grazie a chi ha permesso che nei lunghi giorni di degenza avessi al mio fianco il tuo papà e la nostra famiglia. A quella dottoressa che sospirando, in una notte lunga e insonne di difficile rassegnazione mi ha aiutata ad addormentarmi.                                                     

A quell’ ostetrica, classe 1985, come la mia, che mi ha medicata con una delicatezza tale che mi ha suggerito la sua bontà e l’amore per il suo lavoro… grazie a chi ha pensato che fosse giusto essere dimessa per poche ore… dovevamo consegnare il tuo corpo alla terra…                                        

Malaika vivrai invece per sempre in me, in noi.

Cari dottori, ostetriche e infermiere, alla morte di un figlio non si è mai preparati. Lascia tutti attoniti e sgomenti. Gli interrogativi sono troppi e struggenti. Ma anche una  bambina che muore prima di nascere, che dentro il grembo della madre trova la vita e poi la morte, merita di lasciare la sua traccia in questo mondo e nella vita di un’ intera famiglia che la stava aspettando.

E allora, mi vengono in mente le parole non dette, troppe.. e quelle che sarebbe stato meglio non sentire..tante.. nei corridoi dell’ ospedale.

Mi viene in mente che avremmo voluto parlare con tutti voi di nostra figlia, avrei voluto che voi parlaste di lei alla sua mamma e al suo papà, per rompere quel silenzio assordante. Avrei voluto avere il braccialetto. Avrei voluto passare un po’ più di tempo con lei… scrutarla in ogni piccolo particolare.

Oggi pensiamo a tutte quelle mamme, a quei papà che perdono in questo modo i propri figli. Si diventa genitori dal primo istante in cui si è consapevoli che una nuova vita vive dentro te, non si torna indietro.

Siamo mamme e papà anche noi, e continuiamo ad esserlo anche dopo quei primi e terribili momenti nei quali prendiamo coscienza della tragica realtà. Restiamo tali, sempre e per sempre. Genitori speciali, dei nostri bambini speciali.

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87 commenti

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  1. Anchio come questa mamma ho perso una bimba nel 2004 ero anchio una bambina ho provato un grande dolore ma poi ringrazio Dio x avermi dato tre splendidi figli sani e super intelligenti dopo tanta sofferenza provata.
    Aiguro a tutte le mamme che hanno sofferto tantissima gioia e speranza.

  2. Sono ritornata indietro a quel 23 febbraio del 2001 quando la dottoressa guardò il monitor e prima che aprisse la bocca io la precedetti…..lei aveva le lacrime agli occhi ed io ho pensato come dirlo alla mia prima figlia che quello stesso giorno festeggiava il suo decimo compleanno e aspettava la foto della sua sorellina……certi dolori resteranno per sempre dentro e non se ne andranno mai ,s’impara a conviverci e niente più….ciao Azzurra ovunque tu sia❤️

  3. Ho pianto anke io.Xké come dico anke io si diventa mamme il giorno in cui si scopre di essere incinta.io ne ho persi 2 bambini e da lassù sono sicuramente gli angeli custodi dei mie 2 gioielli ke il signore mi ha donato dopo.la sofferenza rimane e io lo dico sempre …ho 4 figli ….2 in cielo ke vivono sempre dentro di me e 2 in casa ke riempiono le mie giornate.

  4. Sono zia in cielo… vi abbraccio forte forte forte forte… un giorno potremo stringere i nostri bambini nell’abbraccio eterno!
    I nostri angioletti ci amano!

  5. Io la lettera nn lo potuta leggere xk nn me la fa aprire il tel…. xo immaggino le parole di una mamma xk anke io sn mamma… e posso dire ke un dolore cosi ringraziando il cielo nn lo passato… posso provare ha immagginare tutta la tristezza e il dolore ke puo provare una mamma e solo x questo queste donne ha no tutta la mia stima xk in un modo o nel altro ci n riuscite ha superare questo dolore immenso.. Io sn sicura ke nn ce la avrei fatta… so ke nn è molto ma do ha tutte queste mamme un abbraccio cn tutto il mio cuore x questo. .. fate bene ha ricordare i vostri figli…. anke se penso ke nn avete bisogno di questo giorno x pensarli xk li penserete sempre ma brave mamme continuate così….

  6. Senza parole…..leggendo queste righe mi rendo conto di quante volte sono “egoista” nel lamentarmi di un capriccio o di una cassata, scusate il termine, delle mie gemelle di 3 anni….
    Leggere queste righe mi fa capire quanto la vita mi ha regalato e che niente, mai va dato per scontato….
    Noi mamme e papà dobbiamo renderci conto che ci sono Mamme e Papà che non possono godere di questa ricchezza.
    Mamme che hanno dovuto partorire figli con la consapevolezza di quello che stava succedendo e Papà che hanno dovuto piangere lacrime amare facendosi, dal mio punto di vista, mille dubbi e mille perché…..

  7. Quanto dolore io ho perso la mia creatura il mio cucciolo a 17+5 mi sono sentita nel profondo del inferno il mio cuore impazziva di dolore grazie a Dio adesso o un meraviglioso bimbo di un anno e mezzo ma il dolore non andrà mai via….

  8. Fa impressione??? Sono tristi? Ecco le mamme come me che hanno dovuto seppellire i propri figli nati troppo presto e poi morti magari avrebbero bisogno di un po’ più di empatia. Avrei voluto essere anche io “ignorante in materia” e vedere mio figlio crescere sano e forte.

    • Forse perché è un aiuto ad uscire Da un tunnel che ti toglie l’aria… E comunque tutto ciò solo una madre può capirlo. E capisco chi si scandalizza. Mah una mamma che porta il suo piccolo in grembo che poi va cielo …. Non ci sono parole… il nulla

    • Giuseppe Nappi anche il dolore fa parte della vita. …nasconderlo è un modo semplice per fare gli struzzi. …non ho avuto mai un esperienza del genere. …ma capisco il dolore delle mamme di piccoli angeli volati subito in cielo. …mamme speciali di bimbi ancora più speciali 😍😍😍