‘Iqbal: bambini senza paura’, film a misura di bimbo

Il 20 novembre è stata la Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e, per tale ricorrenza (in cui si è celebrato il 26° anniversario dell’approvazione della Convenzione dell’ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) è uscito nelle sale il film d’animazione Iqbal: bambini senza paura.

Realizzato dai registi Michel Fuzellier (italo-francese) e Babak Payami (iraniano) in collaborazione con l’Unicef, il film è ispirato alla storia vera di Iqbal Masih, bambino-operaio pakistano, nato nel 1983 e morto nel 1995, a soli 12 anni, in una sparatoria. Per la sua storia intensa e commovente, Iqbal è diventato in breve tempo un simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

Nato in una famiglia molto povera del Pakistan, Iqbal, a soli 4 anni, viene venduto dal padre a un commerciante di tappeti per pagare un debito di 12 dollari. Da allora inizia a lavorare in una fabbrica di tappeti per 10-12 ore al giorno. La malnutrizione e i ritmi stressanti per un bambino di quell’età, ostacolano la sua crescita.

A soli 12 anni muore accidentalmente in una sparatoria. Dopo la sua morte, il tema del lavoro minorile e dello sfruttamento, soprattutto nell’industria pakistana dei tappeti, ha ricevuto maggior attenzione da parte degli Enti internazionali di tutela dei diritti dei bambini, rendendo Iqbal uno storico portavoce di tale causa.

Iqbal: bambini senza paura è film necessario, ma ad altezza di sguardo di bambino. Ha il pregio di parlare di temi importanti e difficili in maniera semplice, adatta ad un pubblico di piccoli spettatori. Ecco perché dovrebbe essere visto dal più ampio numero possibile di bambini dell’età di Iqbal: la sensibilizzazione e la conoscenza delle realtà più sfortunate sono il primo passo verso la solidarietà.

Anche a livello stilistico, il film è bene fatto. La tecnica è un originale mix di animazione 3D su scenografie disegnate, che genera affascinanti e suggestive prospettive, nelle inquadrature, nei tagli di luce e nei colori. La scelta di un doppio stile di grafica (le vicende di Iqbal e dei suoi compagni di lavoro e i suoi sogni), inoltre, potenzia la narrazione di grande suggestione.

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